Anche la parte siciliana della famiglia, quella nata dal secondo matrimonio di Kathleen MacManara, reclama diritti sull’eredità. Tradotto in soldoni, si parla di un trust dal valore di oltre 100mila sterline al mese, oltre al prestigio ovviamente e tutti i diritti d’immagine. Una fortuna, insomma, a fronte della quale la diatriba apertasi a Scanno è poca cosa. Per restare alla cronaca giudiziaria, però, sotto processo erano finiti Angelo Paletta, Raffaele Gentile, Antonio Gatta (difesi dagli avvocati Giovanni Mastrogiovanni e Umberto Di Pillo) e Louise Barret Brentnall, moglie di Colm Garan Thomas. Secondo la procura che aveva sequestrato l’eredità, nel 2012 i quattro avrebbero estorto sul letto di morte al figlio di Dylan Thomas una delega a riscuotere i proventi della vendita della casa di Scanno, svuotandola di mobili e libri. Con la moglie di Colm Garan (che non viveva più con il marito da anni) che in base alla legge australiana si era autoproclamata erede unica dei Thomas. «Prendiamo atto della sentenza – commenta l’avvocata Gaetana Di Ianni, costituitasi parte civile per conto di Fazio – restiamo in attesa di leggere le motivazioni. La necessità di esaminare le ragioni poste a sostegno della decisione si fa maggiormente pressante alla luce della sentenza con la quale la suprema Corte di cassazione ha accolto il ricorso del Fazio, disponendo il sequestro penale dell’eredità».
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