Dylan Thomas, l'eredità contesa: la battaglia riparte dalla casa di Scanno

Dylan Thomas con la moglie Caitlin Dylan Thomas, l'eredità contesa: la battaglia riparte dalla casa di Scanno
di Patrizio Iavarone
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Venerdì 18 Settembre 2020, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 09:15
La vicenda, tra inchiesta e processo, è durata otto anni e almeno dal punto di vista civile è destinata a continuare, anche dopo le assoluzioni dei quattro imputati per circonvenzione d’incapace, appropriazione indebita e truffa. La posta in gioco, d’altronde, non è da poco e non è solo quella legata al processo di Sulmona, nato dalla vendita della casa di Scanno di Colm Garan Thomas, figlio dell’ultimo bardo, quel Dylan Thomas, considerato uno dei più grandi scrittori e poeti del Novecento. Perché in realtà con la denuncia sporta nel 2012, dopo la morte del fratello di madre, da Francesco Fazio, figlio di secondo letto della moglie di Dylan Thomas, Kathleen MacManara, la parte civile vuole affermare un principio che va oltre i 127 mila euro di assegni che secondo l’accusa vennero illegittimamente intascati dalla moglie di Colm Garan (Louise Barrea Brentnall) dopo la vendita della proprietà di Scanno.

Anche la parte siciliana della famiglia, quella nata dal secondo matrimonio di Kathleen MacManara, reclama diritti sull’eredità. Tradotto in soldoni, si parla di un trust dal valore di oltre 100mila sterline al mese, oltre al prestigio ovviamente e tutti i diritti d’immagine. Una fortuna, insomma, a fronte della quale la diatriba apertasi a Scanno è poca cosa. Per restare alla cronaca giudiziaria, però, sotto processo erano finiti Angelo Paletta, Raffaele Gentile, Antonio Gatta (difesi dagli avvocati Giovanni Mastrogiovanni e Umberto Di Pillo) e Louise Barret Brentnall, moglie di Colm Garan Thomas. Secondo la procura che aveva sequestrato l’eredità, nel 2012 i quattro avrebbero estorto sul letto di morte al figlio di Dylan Thomas una delega a riscuotere i proventi della vendita della casa di Scanno, svuotandola di mobili e libri. Con la moglie di Colm Garan (che non viveva più con il marito da anni) che in base alla legge australiana si era autoproclamata erede unica dei Thomas. «Prendiamo atto della sentenza – commenta l’avvocata Gaetana Di Ianni, costituitasi parte civile per conto di Fazio – restiamo in attesa di leggere le motivazioni. La necessità di esaminare le ragioni poste a sostegno della decisione si fa maggiormente pressante alla luce della sentenza con la quale la suprema Corte di cassazione ha accolto il ricorso del Fazio, disponendo il sequestro penale dell’eredità».
 
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