Covid, dichiarata morta per errore: la Asl chiede scusa e avvia un'indagine

Covid, dichiarata morta per errore: la Asl chiede scusa e avvia un'indagine
di Francesco Marcozzi
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Martedì 30 Marzo 2021, 09:54

Dichiarata morta per errore. La Asl apre un’indagine interna sul caso di Carla Di Giuseppe, detta Carolina, 73 anni, di Bisenti, inizialmente nell’elenco dei deceduti Covid, ma in vita anche se intubata. La famiglia, però, non cerca vendette: «Per noi è un miracolo e ci auguriamo che si possa riprendere».


L’errore è stato fatto nel reparto Rianimazione Covid di Giulianova, con quattro posti letto e un organico inferiore a quello previsto. La donna morta era un’altra, una signora albanese, anche lei uccisa dal coronavirus. Ad essere avvisata del decesso, risultato poi non vero, è stata una delle tre figlie, Nadia Di Giuseppe, che vive a Corropoli. E lei ha dovuto avvisare, oltre che i parenti, anche il padre Carmine, ottantenne, malato di Covid («ed è stata dura», ammette) ma in forma lieve e sottoposto alla terapia dell’ossigeno a casa, assistito dalla figlia che vive con lui, anch’essa purtroppo infettata.

Racconta Nadia: «Superato il profondo e improvviso dolore, ho fatto tutto quello che si fa in questi casi. Sono corsa a Bisenti l’altra mattina - la notizia mi era stata data in piena notte - ho raggiunto l’agenzia funebre Liberati e con il titolare abbiamo scelto la bara e il loculo al cimitero per la sepoltura e poco dopo, sui muri, sono apparsi i manifesti con l’annuncio del decesso e la data dei funerali e più tardi, a casa, sono arrivati i fiori e i primi telegrammi. Mia mamma non ci pensava a queste cose. Diceva sempre: «Quando sarà..» Ed io avevo capito che quel momento era arrivato».

Ma ecco che domenica, alle 12,30, «ho ricevuto la comunicazione dell’ospedale, c’era stato un errore, uno scambio di cartelle cliniche. Mia madre, pur essendo in condizioni gravi, non era morta. E’ un miracolo e di questo ringrazio il Signore». Immediata la “rettifica” sul suo profilo Fb dove di scorge anche un toccante messaggio sui genitori, Carla e Carmine Di Giuseppe (hanno lo stesso cognome perché cugini di terzo grado) da 55 anni insieme. «Vi prego non mollate, Dio mio aiutali e non farli soffrire». Il marito di Nadia, Massimo Cretone, titolare dell’omonimo caseificio di Sant’Omero, dice che «pur nel profondo dolore, sappiamo che si è trattato di un errore, capiamo i medici, il loro immane e stressante lavoro, non abbiamo intenzione di fare nulla». Il responsabile del reparto, il dottor Piero Romualdi, ha telefonato per chiedere scusa: il medico era molto dispiaciuto.

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