TAGLI, SANITA’, EUROPA
Un anno vissuto pericolosamente: trasferimenti ridotti dallo Stato, Bruxelles che risponde a singhiozzo o bacchetta sulla spesa dei fondi europei e quell'occhio sempre vigile sulla sanità abruzzese, ancora commissariata in attesa dell'ultimo verdetto, dell'esame finale che non arriva mai. Per non parlare dei progetti impantanati nelle stanze dei dicasteri romani, come quello che dovrebbe dare a Pescara il nuovo porto. Lui corre, o almeno ci ha provato in questo primo scorcio della decima legislatura regionale, sfidando autovelox e forza di gravità a bordo di elicotteri dalla guida «pericolosa». Cosa resta di un anno così vertiginoso, percorso da D'Alfonso con la velocità di Spiderman, è lui stesso a raccontarlo: 36,187 milioni da investire nell'edilizia sanitaria per la costruzione dei nuovi presidi ospedalieri e il recupero dell'esistente, l'istituzione della rete regionale della Terapia del dolore, la presa in carico dei malati oncologici, la riconversione territoriale per l'assistenza degli anziani e dei disabili, il piano operativo destinato al contenimento delle liste di attesa. Poi i rapporti con l'Europa: circa due miliardi da spendere nella programmazione 2014-2020 grazie ai fondi destinati alle aree sottoutilizzate e a quelle di transizione attraverso i vari piani di azione dettati dalla Ue. E ancora i dati in salita sull'economia, la promozione delle politiche agricole, il rilancio di infrastrutture strategiche, come il porto di Ortona, la battaglia per il reingresso dell'Abruzzo nella rete Transeuropea dei trasporti Ten-T, la società unica del trasporto pubblico regionale, la banda larga, gli accordi di programma per la difesa del suolo e la prevenzione del rischio idrogeologico.
C'è ancora tanto da dire sul bilancio del primo anno, ma siamo già alla seconda parte del programma: «Ed ecco invece cosa farò....».
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