Hanno iniziato con gli striscioni e, ora, annunciano una guerra senza esclusione di colpi i genitori dei 500 piccoli assistiti della pediatra Cristina Puglielli, sospesa dalla convenzione con la Asl per effetto di una sentenza del Tar. Lo scorso giugno, dopo la cessazione dal servizio della pediatra Finizia Montefusco, alla professionista era stato affidato l’incarico straordinario della durata di un anno. Nel frattempo, però, è arrivato un ricorso al tribunale amministrativo presentato dalla collega Rosalia Anna Forestieri contro la deliberazione del direttore generale della Asl del 22 giugno 2021, ossia quella che conferiva l’incarico straordinario di un anno a una quinta pediatra nel territorio di Chieti.
E il 2 novembre i giudici amministrativi si sono pronunciati a favore del ricorso, fissando l’udienza di merito per il 14 ottobre 2022, ma annullando la nomina in via cautelare. La prima sezione del tribunale amministrativo di Pescara ha accolto la tesi degli avvocati Giuseppe Cantagallo e Fabrizio Rulli, secondo cui non c’era carenza di professionisti sanitari sul territorio di Chieti.
In questo caso, però, erano presenti 1.847 bambini in età pediatrica, un numero di molto inferiore. Dunque, hanno evidenziato gli avvocati, è sufficiente la presenza delle pediatre di libera scelta Laura Cianciosi, Alessandra Magnelli e Stefania Pezzolesi, oltre a Forestieri. L’ordinanza, immediatamente esecutiva, è stata recepita dalla Asl il 12 novembre, giorno in cui, con un post sui social, le famiglie dei pazienti della pediatra sospesa sono stati «invitati a effettuare una nuova scelta in favore di un pediatra dell’ambito di Chieti, non massimalista». E, a quel punto, si è scatenato il caos. I genitori protestano perché la burocrazia ha lasciato i loro figli senza assistenza sanitaria da un giorno all’altro tanto più che, lamentano, ci sarebbe una sola pediatra che può ancora accogliere assistiti. Nel frattempo, la Asl ha già deciso di ricorrere al Consiglio di Stato, ritenendo le motivazioni dell’ordinanza «non condivisibili, essendo illogiche e contraddittorie». E non è escluso che anche i genitori valutino provvedimenti simili.