Innevamento artificiale, parte la crociata:
«Cannoni sul Gran Sasso utili e poco costosi»

Innevamento artificiale, parte la crociata: «Cannoni sul Gran Sasso utili e poco costosi»
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 4 Gennaio 2017, 15:54
L'AQUILA - «Senza innevamento artificiale oggi una stagione sciistica non ha motivo di esistere». E' caustico il parere di un tecnico del settore, il direttore d'esercizio degli impianti di Campo Imperatore, Marco Cordeschi. La domanda a cui risponde è quella innescata in qualche modo dal sindaco Massimo Cialente che, in una dichiarazione al Messaggero, aveva sostenuto la non utilità dell'impianto. «La considerazione è facile dice Cordeschi Se ci fosse stato sul Gran Sasso si sarebbe sciato già da prima di Natale, come negli altri posti». Uno di questi è Roccaraso: «Sono reduce dalla riconsegna, come direttore dei lavori dice Cordeschi dell'ampliamento dell'impianto di innevamento programmato. E' diventato ora il più grande d'Italia. Lì stanno sciando, anche se parzialmente, dal 6 dicembre».

Cosa potrebbe essere fatto a Campo Imperatore? «Contrariamente a ciò che hanno detto alcuni spiega il direttore d'esercizio la realizzazione dell'impianto di innevamento sarebbe banale. Nel 1995 facemmo uno studio con una tesi di laurea di una collega, basato su un semplice principio. Nel canale dove ora si trova la stazione di valle della seggiovia delle Fontari, un fosso naturale, passano, tra i mesi di aprile e giugno, 250 mila metri cubi di acqua, di scorrimento superficiale. E' un impluvio naturale. Canalizzando parte di quell'acqua e mandandola all'interno del bacino che si trova lungo la strada statale, nella zona delle Fontari, utilizzato negli anni '70 per fare i sondaggi per la costruzione dei trafori, si potrebbe creare una riserva per l'impianto. Il bacino esistente andrebbe approfondito e bisognerebbe realizzare uno sbarramento superficiale attraverso una diga». Fatto questo, spiega Cordeschi, si passerebbe al posizionamento delle condotte sotto le piste (10-12 chilometri in totale, relativamente poche) e alla costruzione di una sala di pompaggio. «Niente di così invasivo o dannoso per l'ambiente aggiunge - Si tratterebbe solo di prelevare una piccola parte dell'acqua di scorrimento e di utilizzarla per la neve, rimandandola nella sua circolazione naturale sul terreno. Senza opere faraoniche». Il costo di massima, con una stima molto approssimativa, potrebbe aggirarsi attorno ai 3,5-4 milioni di euro.

Anche la quota rappresenta un indubbio vantaggio: «L'innevamento programmato ha bisogno di energia elettrica, di acqua e di temperature adatte, dai -4 gradi in giù. L'energia è un costo; l'acqua a Campo Imperatore si recupera facilmente, senza opere di presa o trasportare da altri bacini; la questione temperature, a 2.100 metri, non si pone rispetto a chi si trova a quote più basse. Semmai un possibile svantaggio potrebbe essere il vento». I benefici sono evidenti: quest'anno, ad esempio, si sarebbe evitata la perdita di un terzo degli introiti. Al momento nel piano di sviluppo Invitalia è previsto un impianto di innevamento solo a Montecristo. «Servirebbe anche lì dice Cordeschi -, ma oggi le piste sono a Campo Imperatore e finora si è perso tutto dicembre. In un'ottica imprenditoriale una stazione senza impianto programmato non può esistere».

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