A San Bernardino le reliquie di San Cesidio da Fossa

Un particolare della tela raffigurante il martirio di San Cesidio dell’artista Gigino Falconi
di Federica Farda
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Settembre 2020, 18:02
L'AQUILA - A vent’anni di distanza dalla canonizzazione, domani 1 ottobre, alla presenza dell’arcivescovo cardinale Giuseppe Petrocchi, le reliquie di San Cesidio da Fossa saranno accolte dalla basilica di San Bernardino, all'Aquila, e deposte nella cappella della Sacra Famiglia.

La cerimonia inizierà alle 17,30: per l’occasione sarà presente il ministro provinciale dei frati minori di San Bonaventura, padre Massimo Fusarelli, per la prima volta in forma ufficiale in città dall’elezione romana dello scorso luglio. Fra Massimo tratterà la figura del francescano martirizzato in Cina il 4 luglio del 1900 e la sua santità.

A seguire, l’artista Gigino Falconi illustrerà la sua tela raffigurante il martirio di San Cesidio che sarà posta all’interno della cappella della Sacra Famiglia dove verrà posizionato il reliquiario del francescano arso vivo a Hengyang dai Boxer cinesi per aver difeso l’Eucarestia. Alle 18,30 la celebrazione eucaristica presieduta dal metropolita cardinale Giuseppe Petrocchi e al termine la deposizione delle reliquie nella nuova collocazione: la cappella della Sacra Famiglia. Per l’ingresso delle reliquie nella basilica di San Bernardino, i resti di San Cesidio sono stati collocati in un nuovo reliquiario appositamente realizzato dall’artista Emanuele Cordella.

Il corpo del missionario francescano, o meglio quel che ne rimaneva, era custodito nel convento di Sant’Angelo d’Ocre fino alla chiusura qualche mese prima del terremoto. Successivamente è stato conservato anche da padre Quirino Salomone, ultimi guardiano di Ocre, nella chiesa di San Bernardino a piazza d’Armi. Le reliquie sono state sempre oggetto di assidua venerazione: a Fossa vivono ancora numerosi parenti.

Vent’anni fa la mattina del primo ottobre, una domenica, partirono dal capoluogo abruzzese otto autobus per la canonizzazione del francescano a piazza San Pietro e chi scrive c'era. Quando Papa Giovanni Paolo II, dopo San Giuseppina Bakhita, pronunciò il nome di San Cesidio fu subito un tripudio di foulard rossi fatti realizzare da padre Marco Federici, allora guardiano del convento di Sant’Angelo d’Ocre. Molti parenti, alcuni per l’occasione ritornarono dall’estero, raggiunsero Roma con i mezzi propri.Tra essi il pronipote Bruno Di Giacomantonio, noto titolare del bar dello stadio Fattori, che sarà presente anche stasera a San Bernardino ed è già emozionato come venti anni fa.

Federica Farda
© RIPRODUZIONE RISERVATA