Sfigurato con l'acido a Milano, parla il complice della coppia diabolica: «Volevano colpire ancora»

Sfigurato con l'acido a Milano, parla il complice della coppia diabolica: «Volevano colpire ancora»
di Claudia Guasco
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Martedì 17 Marzo 2015, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 14:21
MILANO - Nel primo interrogatorio davanti al pm ha raccontato che Alexander era il suo "guru". Voleva rimettersi in forma e «lui mi ha aiutato, mi ha fatto perdere dieci chili». Una comune ossessione per un fisico atletico e scolpito che Andrea Magnani, il presunto complice di Alexander Boettcher e Martina Levato nelle aggressioni con l'acido, continua a coltivare in carcere, dove trascorre gran parte del suo tempo facendo flessioni.

Ma ora, davanti ai giudici della nona sezione penale, Magnani sostiene che ciò che legava lui e Boettcher non era un semplice rapporto di amicizia. «Provavo soggezione nei confronti di Alexander e anche Martina ne provava soggezione», spiega durante l'udienza del processo in cui il broker e la studentessa della Bocconi sono imputati per lesioni gravissime ai danni del ventiduenne Pietro Barbini. Il giovane è solo una delle tre vittime della coppia che, sostiene Magnani, stava progettando di colpire ancora: «Alex e Martina custodivano dei biglietti con nomi e numeri di targa per i loro piani di aggressione».



SOGGIOGATO

Azioni dalle quali il bancario prende le distanze: «Mi sono lasciato convincere da Alexander a fare tutta una serie di azioni in virtù di una soggezione che derivava dalla mia situazione personale, famigliare ed economica faticosa. Ci tenevo all'amicizia con Alexander, mi ha chiesto di fare cose che ho fatto non rendendomi conto delle conseguenze finali».



Insomma, Alexander Boettcher sarebbe stato il "regista" dell'aggressione con l'acido che a dicembre ha sfigurato Pietro Barbini, ex fidanzato di Martina. «Io sapevo che dovevamo fargli uno scherzo goliardico e mi sono accorto di tutto solo quando Martina ha lanciato l'acido. Mi era stato detto che i flaconi contenevano acqua e che dovevo consegnarli ad Alexander». Non solo. Uno o due giorni prima del tentativo di aggressione a Giuliano Carparelli lo scorso 15 novembre in via Nino Bixio, Andrea Magnani ha comprato «in via San Dionigi su ordine di Alexander Boettcher dell'acido solforico». Il trio composto da Magnani, dal broker di origini tedesche e dalla sua amante, infatti, sono indagati anche per le aggressioni a Carparelli e a Stefano Savi, vittima di uno scambio di persona e colpito con l'acido nella notte tra il primo e il 2 novembre in via Quarto Cagnino. Al bancario la richiesta di Alexander di acquistare l'acido non è parsa strana, «perché con Boettcher lo abbiamo utilizzato per sgorgare dei lavandini in abitazioni che ha comprato in viale Bligny», ha spiegato ai giudici. Il broker però si è "arrabbiato" con Magnani notando che si era procurato un acido con una gradazione troppo bassa per il lavoro di idraulica che, gli spiegò, avrebbero dovuto fare. E invece il micidiale liquido era destinato a Carparelli, la cui unica colpa era quella di aver avuto un rapporto in discoteca con Martina. Magnani, secondo le accuse, avrebbe avuto il compito di attirare in trappola il giovane. «Ho fatto una sola telefonata e l'ho fatta come sempre travisato - ha precisato - Può sembrare strano, ma per me era una cosa goliardica. Boettcher mi aveva detto di aver bisogno della testimonianza di questa persona sul tentativo di violenza sessuale subito da Levato e che aveva già avuto una raccomandata dal tribunale». Ma sul tentativo di violenza sessuale che Martina Levato dice di aver subito da Antonio Margarito è stata aperta un'inchiesta per calunnia a carico della ragazza: la bocconiana avrebbe in realtà tentato di evirare lo studente perché aveva avuto un rapporto con lui in vacanza.



INCINTA

Adesso che il piano criminale dei due amanti diabolici è stato smascherato, Magnini dice di sentirsi in colpa: «Non mi ero reso conto, ho anche tentato di suicidarmi dopo quello che era successo e ora provo rimorso, anche se non ero consapevole». Alexander Boettcher era in aula e non ha tradito la minima emozione, ascoltando imperturbabile la deposizione del suo presunto complice. Il broker ha negato di aver accompagnato Magnani a fare la telefonata-trappola a Pietro Barbini indossando una felpa di superman e di averla cambiata prima di recarsi sul posto dove poi è avvenuta l'aggressione. E ha anche negato di avere apposto sulla propria macchina la targa dell'auto di Magnani. Martina invece è rimasta in silenzio, sorridendo ad alcune risposte di Magnani. Quando la ragazza è stata arrestata per l'aggressione a Pietro Barbini, aveva saputo da poco di aspettare un bambino dall'amante e ora prosegue la gravidanza in carcere. I suoi avvocati non hanno avanzato richieste di domiciliari, istanza che sarebbe probabilmente rigettata dai giudici per le gravi esigenze cautelari a suo carico.



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