Aidas, l'Adoc alza la voce contro il commissario «Inaccettabile attendere 12 giorni per un incontro»

Aidas, l'Adoc alza la voce contro il commissario «Inaccettabile attendere 12 giorni per un incontro»
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Martedì 25 Febbraio 2014, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 13:35
TERNI - Vertenza Aidas, arrivato il gran giorno. Questa mattina si svolger l’atteso vertice tra il sindaco Leo Di Girolamo, il prefetto Gianfelice Bellesini e il commissario ministeriale Silvia Volpini. Ma i bookmaker scommettono che si risolverà in un nulla di fatto, con una scontata presa d’atto della difficile situazione. Intanto, ieri davanti alla Prefettura di Terni è andato in scena un sit-in di solidarietà alle lavoratrici della cooperativa sociale in sciopero della fame dallo scorso 14 febbraio.



Un paio di striscioni con la scritta «sciopero della fame» sono stati appesi all'ingresso di palazzo Bazzani. I manifestanti, per lo più familiari dei pazienti ricoverati nelle strutture gestite dall’Aidas, sono stati ricevuti dal prefetto Bellesini. Come annunciato nei giorni scorsi si è unito alla protesta anche Angelo Garofalo, presidente regionale dell’ Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) che ieri era tra i manifestanti del sit-in. Voci accreditate riferiscono che il presidente dell’Adoc abbia avuto un energico scambio di battute con il prefetto Bellesini.



In particolare Garofolo ha contestato il fatto che un commissario ministeriale non può prendersi la libertà di aspettare 12 giorni dalla convocazione di un prefetto. Chiaro il riferimento al commissario dell’Aidas Silvia Volpini, che nonostante lo sciopero della fame in corso non ha accelerato i tempi. Eppure, le tre lavoratrici dell’Aidas (Serenella Arca, Petya Dimova e Rita Satolli), insieme al segretario della Uil Gino Venturi, hanno iniziato il digiuno perché chiedono alla Volpini di fare chiarezze su alcuni aspetti ereditati dal Cda commissariato.



A cominciare dal fatto che ex socie dell’Aidas passate in Actl continuano a votare nell'assemblea dei soci, condizionando le scelte strategiche della cooperativa sociale. Oppure, contestano la presenza di soggetti vicini all’Actl inseriti dentro Aidas dal vecchio Cda. Ma tra i punti da chiarire anche il trasferimento degli anziani dal Tiffany a Collerolletta, operazione che potrebbe costare all’Aidas sessanta autorizzazioni, destinate a tornare in mano alla Regione. E anche sul versante delle offerte giunte sul tavolo della Volpini per rilevare l’Aidas le lavoratrici chiedono trasparenza. Ma la Volpini ha già fatto sapere che molte delle questioni sollevate dalle lavoratrici sono marginali rispetto ai problemi contabili che devono essere risolti per salvare l’Aidas dal fallimento.
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