Roma, cinese trovata morta: «Gli scippatori di Yao sono ancora nel campo rom»

Roma, cinese trovata morta: «Gli scippatori di Yao sono ancora nel campo rom»
di Michela Allegri e Ilario ilippone
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Domenica 11 Dicembre 2016, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 13:57

Una pista concreta c'è, e porta al campo nomadi di via Salviati. Potrebbero essersi rifugiati lì, i tre stranieri che lunedì scorso hanno rapinato la studentessa cinese, Yao Zhang, travolta poi da un treno in corsa mentre cercava di inseguire i malviventi che le avevano rubato la borsetta. Gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Giovanni Battista Bertolini, pensano che i fuggiaschi non si siano allontanati dalla zona: potrebbero essere addirittura residenti nel campo.

LE TELECAMERE
Il sospetto è pesante, tanto che gli investigatori avrebbero aperto una trattativa con i capi dell'insediamento, in cerca di collaborazione. D'altronde, negli ultimi giorni la polizia ha ascoltato a ritmo serrato tutti i residenti, concentrandosi su quelli con precedenti penali. L'obiettivo era cercare informazioni, dare un nome ai rapinatori. Fondamentali, le immagini delle telecamere di sorveglianza di un capannone industriale in via Salviati. Nel video sono registrati gli ultimi istanti di vita di Yao, e si vedono anche i ricercati. Gli inquirenti stanno lavorando per migliorare i fotogrammi, ma alcuni dettagli emergono già con nitidezza. I malviventi sono giovani. Si capisce dai movimenti, dalla velocità delle loro andature. Avrebbero un'età compresa tra i 20 e i 30 anni. Due sarebbero chiari di carnagione. Il terzo, invece, sarebbe di colore. Questo particolare è stato riferito ai magistrati anche da un'amica di Yao, che era al telefono con lei. La ragazza ha raccontato che la vittima stava inseguendo le persone che le avevano rubato la borsetta, intercettandola mentre usciva dall'Ufficio Immigrazione di via Patini. Proprio durante quella chiamata, la seconda fatta nel giro di un quarto d'ora, la giovane è stata travolta dal convoglio in corsa. Gli inquirenti non hanno ancora trovato la borsa del valore di circa mille euro. Hanno invece ritrovato il cellulare della studentessa: era vicino al corpo senza vita della vittima. La prossima mossa sarà ricostruire a ritroso il percorso della giovane. La speranza è che la ragazza abbia fatto fotografie o video dei rapinatori.
La parabola che porta al decesso di Yao inizia lunedì alle 12,40. La ragazza, arrivata a Roma in marzo per iscriversi all'Accademia delle Belle Arti, esce dal centro immigrazione di via Patini. Ha appena ritirato il permesso di soggiorno per motivi di studio. Telefona a un'amica, mentre si dirige alla fermata dell'autobus. Yao attira gli sguardi di tre malviventi che la derubano. «Mi hanno rapinata», urla spaventata al telefono. Insegue i ladri lungo via Sansoni, scavalca la recinzione della ferrovia. Poi, si ferma. Cerca la borsa tra le sterpaglie. Telefona a un'altra amica. Durante la chiamata, viene travolta da un treno in transito.

IL PADRE
Nei prossimi giorni gli inquirenti ascolteranno il macchinista, che rischia di essere indagato per omicidio colposo. La priorità, comunque, è la cattura dei banditi. Ieri, il padre di Yao, attraverso il suo avvocato, ha rilasciato una breve dichiarazione. Zhang Gowen, 45 anni, è un dirigente di banca. «Quello che chiedo è di rendere giustizia. Mi affido alle forze dell'ordine, ma lancio questo appello: simili episodi non accadano più, quella giovane era mia figlia, ma sarebbe potuta essere un'altra ragazza», ha detto.