Roma, studentessa cinese scomparsa, la pista del rapimento. L'ultima telefonata: «Mi hanno rubato la borsa»

Roma, studentessa cinese scomparsa, la pista del rapimento. L'ultima telefonata: «Mi hanno rubato la borsa»
di Alessia Marani
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Giovedì 8 Dicembre 2016, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 07:45

Un'aggressione a scopo di rapina finita chissà come, oppure un sequestro in piena regola? Le ultime tracce di Zhang Yao, la studentessa di 21 anni scomparsa nel nulla lunedì mattina dopo essere stata negli uffici della Polizia di via Patini a Tor Sapienza a rinnovare il permesso studio, porterebbero nel cuore della Chinatown capitolina, nell'area di piazza Vittorio. É qui stando a indiscrezioni trapelate dalla comunità cinese che sarebbe stato agganciato, martedì, il suo cellulare. Anche se gli inquirenti smentiscono. Zhang Yao era arrivata a Roma a febbraio e aveva cominciato a studiare l'italiano per poi iniziare a frequentare a settembre Moda e fashion design all'Accademia delle Belle Arti di via di Ripetta. La ragazza è originaria della Mongolia, la sua è una famiglia di commercianti, benestante ma non ricca. Il papà è già in contatto con il consolato italiano per ottenere il visto per raggiungere al più presto l'Italia, la mamma ancora non è stata informata della sparizione della figlia.

LA RETE DEGLI STUDENTI
Gli amici di Zhang Yao lunedì sera si sono rivolti all'Ambasciata cinese di via Bruxelles e in nottata hanno denunciato la scomparsa al commissariato Casilino Nuovo. Gli amici hanno anche lanciato un appello di ricerca sulla rete dell'Associazione studenti cinesi in Italia rimbalzato su Facebook, offrendo persino una taglia a chi sia in grado di dare informazioni utile a ritrovarla: «Siamo disposti a pagare», hanno scritto. «Domenica ci siamo visti tutti insieme, nell'appartamento che Zhang Yao divide al quartiere Don Bosco con altre due studentesse - racconta Hui, 27 anni, un amico - lei la mattina dopo doveva andare all'Immigrazione. Ci è andata da sola. Poi lunedì, intorno a mezzogiorno, ha chiamato Yun Zu, una nostra amica, per dirle che le avevano rubato la borsa. Da quel momento non abbiamo saputo più nulla». Ecco come l'amica racconta quegli attimi: «Le è stata rubata la borsa in via Patini, quando mi stava chiedendo l'aiuto dal suo cellulare, non si è fatta più sentire improvvisamente e ho sentito un rumore strano dal suo cellulare. Immagino che il suo cellulare è stato rubato. E si è perso il contatto. Dopo 6 ore continuo a chiamare ma nessuno risponde. E dopo le 18 si è spento». Hui assicura che «Zhang Yao non era preoccupata negli ultimi giorni, né aveva problemi».
Intanto ieri una cinquantina di agenti hanno battuto i terreni lungo via Patini e le baracche del campo di via Saviati. Zhang Yao, stava camminando lungo la strada mentre parlava con l'amica per raggiungere il bus che l'avrebbe riportata a casa. Un'area, nonostante la presenza degli uffici della Questura, immersa nel degrado, circondata dai nomadi di via Salviati dove persino gli immigrati denunciano spesso furti nelle auto lasciate lungo la via per andare a rinnovare i permessi. Ieri la polizia ha ascoltato gli amici della ragazza e incontrato anche il responsabile dell'Ambasciata cinese per la tutela dei cittadini all'estero. Gli uomini della Squadra Mobile del dottor Luigi Silipo stanno passando al vaglio le immagini girate dalla videosorveglianza esterna di via Patini nella speranza di trovare una chiave di volta. All'appello di ricerca finora nessuno ha risposto, né alla polizia o alla comunità cinese sarebbero arrivati segnali precisi che farebbero pensare a un rapimento. Che fine ha fatto, allora, Zhang Yao? E i suoi documenti? E che potrebbe farci il suo telefono a piazza Vittorio? Rubato e subito rivenduto o c'è un'altra verità?