Festa della donna: dalla Merlin allo stalking, 70 anni di leggi in rosa

Festa della donna: dalla Merlin allo stalking, 70 anni di leggi in rosa
di Stefania Piras
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Mercoledì 8 Marzo 2017, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 19:01

ROMA Quello che è successo pochi giorni fa al Parlamento europeo, dove l'eurodeputato conservatore polacco Janusz Ryszard Korwin-Mikke ha sostenuto che la donna non ha diritto alla parità di salario, essendo più debole e meno intelligente rispetto agli uomini, era successo anche nel nostro Parlamento, nel 1956, quando la senatrice socialista Lina Merlin, quella dell'abolizione delle case chiuse, si armò di pazienza per spiegare ai colleghi che no, il cranio della donna non è diverso da quello dell'uomo. Argomento, questo, che usavano alcuni senatori per osteggiare l'accesso delle donne alla magistratura. Ci sono molti episodi come questo nelle nostre cronache parlamentari, riassunte nel dossier pubblicato sul sito del Senato e curato da Carmen Andreuccioli.

LE TAPPE
Una ricognizione delle tappe legislative che caratterizzano la condizione della donna: prima come madre e poi come lavoratrice nel caso delle tutele previste durante la maternità, oppure nel caso dello stupro, prima come vittima di reati contro la pubblica morale e poi come vittima di un reato contro la persona. Passaggi e formule che possono sembrare scontati ma non lo sono. Come appunto, la clausola di nubilato, una specifica che compariva nei contratti delle donne lavoratrici agricole. Se ti sposi, torni a casa. Fu eliminata, sulla spinta delle parlamentari del Pci, solo nel 1963 quando furono estesi i benefici della maternità (tra cui il divieto di sollevare pesi o di esporsi a mansioni insalubri) a tutte le donne, anche le casalinghe o le mogli dei lavoratori. Questioni sociali rilevanti (il divorzio nel 1970 con le parlamentari radicali in prima fila o la patria potestà che nel 1975 diventa potestà parentale) che tornano travestite con altre formule come quelle delle dimissioni in bianco, ovvero le dimissioni senza data che i lavoratori ma soprattutto le lavoratrici sono costretti a firmare al momento dell'assunzione. Ora questo stratagemma è ostacolato da un provvedimento recentissimo come il Jobs act (2015).

LA VIOLENZA
Per la violenza sessuale, la prima proposta fu pionieristica in tutta Europa nel 1977 ma bisognerà aspettare il 1996, vent'anni dopo, per vedere in Gazzetta ufficiale il cambio di prospettiva da reato contro la pubblica morale a reato contro la libertà della persona. Decisive le battaglie delle deputate di sinistra. Come quello potentissimo, e pure questo recente (1981) offerto dall'abolizione del delitto d'onore e del matrimonio riparatore. In poche parole: il reato di stupro si considerava estinto se l'autore del reato sposava la sua vittima e nel delitto d'onore invece era prevista una sensibile riduzione della pena per chi uccideva una parente. La relatrice della legge era Maria Pia Garavaglia e si sentì rispondere che sposarsi dopo una violenza poteva essere anche una libera scelta.

LA PERSECUZIONE
Nel 2009 arriva la legge contro lo stalking, voluta dall'allora ministro del Pdl Mara Carfagna, mentre oggi si parla di spose bambine. C'è un'espressione che raffigura la condizione della donna ancora incapsulata in schemi patriarcali: il soffitto di cristallo a volte lontanissimo, altre vicino ma non oltrepassabile. Lo si legge in controluce nel Rapporto annuale del Word Economic Forum (WEF). Nel 2016 tra i 142 Stati esaminati, l'Italia al 50esimo posto della classifica generale, con un peggioramento di nove posizioni rispetto allo scorso anno.