Pesaro, "Casa dell'amore" nel casolare Asur: condannati per occupazione

Pesaro, "Casa dell'amore" nel casolare Asur: condannati per occupazione
di ElisabettaRossi
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Giovedì 7 Aprile 2016, 15:15
Volevano trasformare quel casale abbandonato nel luogo dell’amore, in un centro di accoglienza per i più poveri. Ma, dopo lo sgombero di dicembre 2014, ieri mattina si sono scontrati anche con la decisione del giudice Paolo De Luca. Che ha condannato Milena Masetti (difesa dall’avvocato Sylvie-Louise Mattioli) e altri 5 membri dell’associazione Prema Dham a 6 mesi di reclusione per occupazione abusiva. Il pm Giovanni Narbone ne aveva chiesti 7. Assolto invece (come richiesto dall’accusa) Gabriele Badioli per non aver commesso il fatto. Badioli avrebbe svolto solo alcuni lavoretti per l’associazione ma ad occupazione avvenuta, senza aver preso parte alla progettazione del piano di “esproprio” dell’edificio e dei circa 10 ettari di terreno circostante. E l’edificio della discordia è il casale di proprietà dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord che si trova in strada Santa Lucia a Chiusa di Ginestreto. L’azienda, che si è costituita parte civile nel processo, ha chiesto un risarcimento di 28mila euro. Secondo l’Ospedale Marche Nord, l’associazione avrebbe provocato gravi danni alla struttura con alcuni lavori di muratura fatti nei quattro mesi in cui è entrata in possesso del casale. E’ il 18 agosto 2014 quando la Masetti e gli altri membri della Prema Dham (che significa appunto “luogo dell’amore”) occupano l’immobile. Stringono anche un accordo con un agricoltore perchè lavori l’appezzamento di terra in cambio di metà del raccolto. “La nostra intenzione sin dall’inizio non è affatto stata quella di occupare abusivamente l’edificio – spiega Masetti - Ci siamo sempre presentati come un’associazione, abbiamo sempre presentata una trattativa, in particolare di pagare 400 euro al mese di affitto a riscatto. Ma non abbiamo mai ricevuto risposta. L’azienda sapeva bene che saremmo entrati il 18 agosto. L’abbiamo avvisata con più lettere. Noi abbiamo agito sulla base di una legge di diritto internazionale. Si tratta della normativa prevista dall’Ucc, uniform commercial code, a cui deve attenersi anche l’Italia dal momento che è iscritta alla Seac come Republic of Italy. Il codice di commercio dice che qualsiasi edificio disponibile di enti pubblici, come una casa un’abitazione o un terreno, non utilizzato a fini sociali è di proprietà dei cittadini e i cittadini possono farne uso. Il casale di Santa Lucia era in stato di degrado e abbandono. Non c’era nemmeno un cartello di pericolo. Sono arrivati a metterlo quando eravamo dentro”. La condanna non ha scoraggiato in alcun modo la Masetti: “La nostra associazione continuerà con i suoi fini. I tribunali vogliono punire tutti quelli che non fanno quello che loro vogliono. Tra l’altro l’occupazione abusiva è stata depenalizzata da Renzi. Ci vediamo in appello”.
 
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