Veronica Peyrone: «I carabinieri mi hanno salvata dalla droga, per la mia laurea li ho voluti qui con me»

La storia (a lieto fine) ad Ancona: le amicizie sbagliate, il buio e la risalita

Veronica Peyrone: «I carabinieri mi hanno salvata dalla droga, per la mia laurea li ho voluti qui con me»
di Talita Frezzi
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Giovedì 11 Aprile 2024, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:56

ANCONA «Perché cadiamo signor Wayne? Per imparare a rimetterci in piedi». Come la discesa nella grotta dei pipistrelli di Bruce Wayne, così anche Veronica Peyrone, 27 anni, era sprofondata negli inferi delle sue paure e della droga. Anconetana di origini torinesi, del nord Italia serba nel cuore la nostalgia delle montagne e la voglia di scalare, arrampicarsi, arrivare in vetta. Come la sua mamma, con cui condivide le arrampicate in parete rocciosa. Un po’ come nella vita, lei che per guardare avanti verso nuovi orizzonti ha dovuto scalare montagne altissime. Perché era scesa negli inferi Veronica, e ci sono voluti coraggio, determinazione, fiducia ma anche l’aiuto di professionisti veri per risalire e ripartire con un nuovo progetto di vita.

 

 

Risalire dal buio 

Oggi Veronica ce l’ha fatta, è merito suo ma anche di chi in quel buio, ha saputo aiutarla a risalire. «Non posso dire di avercela fatta, dico che ce la sto facendo, tutti i giorni mi impegno a farcela, guardo avanti con consapevolezza verso nuovi orizzonti», dice la ragazza, che il 9 aprile ha terminato il suo percorso di studi all’Università Carlo Bo di Urbino: si era iscritta come primo, importante passo, verso la sua nuova vita.


E alla cerimonia di discussione e consegna della laurea, Veronica ha voluto accanto a sé non solo la famiglia, ma anche i Carabinieri della stazione di Brecce Bianche e quei medici e psicologi che l’hanno condotta nel suo lungo e difficile percorso di rinascita dopo essere caduta nel baratro della droga.

La vittoria di Veronica è condivisa dall’Arma, perché grazie alla sensibilità del maresciallo maggiore Rino Nutricati e dell’appuntato scelto Claudio Leuzzi della Stazione di Brecce Bianche, questa ragazza ce l’ha fatta.


Le amicizie sbagliate

Era pericolosamente finita nel tunnel della droga, appena 18enne. Le amicizie sbagliate, la voglia di ribellarsi alla società e le sue regole, l’evasione attraverso le sostanze stupefacenti con quell’illusione di libertà che invece diventa sempre più prigione. Sempre più dipendenza. Sempre più soffocante. Finché quei due angeli in divisa non le hanno teso la mano, pian piano con grande delicatezza si sono ritagliati un angolino di fiducia nel cuore inaridito di quella ragazza e con i giusti consigli, con tanto ascolto e pazienza, l’hanno condotta verso la direzione giusta del recupero attraverso un percorso terapeutico e psicologico. Ci sono voluti anni, ma Veronica si è rialzata. Ed è stata una mail inaspettata e bellissima quella ricevuta qualche giorno fa alla casella di posta elettronica istituzionale della Stazione Carabinieri di Brecce Bianche, con cui i militari venivano invitati alla sua laurea. L’intensa attività quotidiana dell’Arma dei Carabinieri è fatta di continue segnalazioni di problematiche sociali, familiari, di genitori che non sanno più che strada percorrere perché vedono i propri figli smarriti. Talvolta l’incessante e incondizionato impegno, la passione e l’amore per il proprio lavoro, trovano la sintesi in risposte positive, come per Veronica.

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«La sinergia tra le diverse parti in causa ha consentito la “rinascita di Vero” – scrive in una toccante lettera ai Carabinieri la madre Elena - voi avete partecipato attivamente alla costruzione di questa rinascita, eravate lì proprio nei momenti più drammatici, traguardo scontato per alcuni, ma non in questo caso. Traguardo che è anche una ripartenza con un nuovo progetto di vita». Ad applaudire la rinascita di Veronica oltre al comandante della Stazione Luogotenente Giuseppe Caiazzo, c’erano i suoi due angeli il maresciallo maggiore Rino Nutricati e l’appuntato scelto Claudio Leuzzi, e la carabiniera Eleonora Grammatica. La sua storia vuol essere un esempio per altri giovani, che come lei sono inciampati. E caduti. Perché capita, ma bisogna trovare il coraggio di rialzarsi. Talita Frezzi


 

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