Massimo Mapelli, mercoledì all'Auditorium Parco Della Musica di Roma la presentazione del suo libro «Ad alta voce»

Un saggio su trent’anni di grandi fatti seguiti in prima persona legati all’attualità politica, mediatica e giudiziaria, oltre ad una riflessione sulle grandi trasformazioni del mondo dell’informazione

Massimo Mapelli, domani all'Auditorium Parco Della Musica di Roma la presentazione del suo libro «Ad alta voce»
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Martedì 21 Novembre 2023, 16:05

Mercoledi 22 novembre alle 18 presso la libreria Notebook all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Massimo Mapelli presenta il suo libro «Ad Alta Voce», edito da Baldini + Castoldi con la prefazione di Enrico Mentana. L’autore è vice capo della redazione cronaca e inviato del TgLa7.

Il libro

Il libro ripercorre trent’anni di grandi fatti seguiti in prima persona legati all’attualità politica, mediatica e giudiziaria. E contiene una articolata riflessione sulle grandi trasformazioni in atto nel mondo dell’ informazione. Con l’autore dialogano Chiara Gambino, giornalista e scrittrice, e lo scrittore giornalista di La7 Giancarlo Feliziani.

Nel corso dell’incontro, a cui partecipa un gruppo di studenti del Liceo Tito Lucrezio di Roma, si parlerà anche dell’impatto delle news e delle immagini in tempo di guerra sul pubblico.     

«Ad alta voce» è un saggio autobiografico. Il racconto di trent’anni di giornalismo così come sono stati vissuti in prima persona. Svelandone i retroscena con una serie di elementi inediti raccolti su grandi fatti di cronaca e sull’impatto che hanno avuto sull’opinione pubblica e nella vita professionale. Dalla formazione e gli esordi con l’esperienza radiofonica di Rai Stereo Notte alla lunga marcia verso il praticantato e la conquista di una assunzione in pianta stabile dopo dieci anni di lavoro precario e le collaborazioni nella carta stampata e in televisione tra stampa periodica, la Rai e Tmc News. Contiene il vissuto delle esperienze da inviato in Italia e all’estero anche al seguito delle missioni militari. Dei momenti epocali, in diretta da Piazza San Pietro e in conduzione nei giorni della fine del pontificato di Giovanni Paolo II. Gli approfondimenti, dall‘inchiesta al documentario e le grandi interviste. Il racconto del lavoro in Antartide e nelle regioni dell’Artico per descrivere gli effetti del Riscaldamento Globale e delle grandi calamità vissute sul campo come il terremoto dell’Aquila e il successivo vertice del G8. E ancora. La cronaca giudiziaria e il lavoro sui grandi processi dalla revisione del caso Calabresi, da cui nacque la rubrica dal carcere di Adriano Sofri per il TgLa7 fino al delitto di Meredith Kercher. Il rapporto, raccontato senza reticenze, con editori e i direttori, da Sandro Curzi ad Antonio Lubrano. E, dopo la nascita de La7, da Nino Rizzo Nervo a Giulio Giustiniani. Da Antonello Piroso fino all’era di Enrico Mentana. Il ruolo ricoperto nella macchina del telegiornale, officina delle news in situazioni di crisi negli anni della minaccia del terrorismo confessionale e dei conflitti sui flussi migratori. Questo libro è in definitiva una riflessione sulla professione giornalistica, sul presente e il futuro dell’editoria. il racconto si snoda in un arco di tempo in cui tutto è cambiato. Dall’avvento di internet fino all’era dei social media, delle fake news, dopo l’impatto della pandemia del coronavirus sul lavoro e sulle nostre vite. In una congiuntura storica che trent’anni dopo il conflitto nei Balcani ha riportato la guerra alle porte dell’Europa. Fatti che ripropongono con forza la discussione sul ruolo del giornalismo e la necessità di testimoniare di fronte alle grandi emergenze del nostro tempo. A ben pensarci, il destino comune di vincitori e vinti, la riflessione sul passato che non passa riguarda allo stesso modo le vittime dei conflitti e i protagonisti della stagione degli anni di piombo. L’informazione può aiutare a riempire il fossato profondo che ancora unisce e divide le vittime di quella stagione di sangue. Nel lungo percorso verso la riconciliazione generazionale dopo la conquista di una faticosa tregua civile.

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