Di quanto i fitofarmaci e i diserbanti siano irresponsabilmente utilizzati in agricoltura si discute da anni, in questa provincia. Il prefetto ritiene indispensabile arrivare «a definire un uso equilibrato di tali composti inorganici, organici naturali e di sintesi. Considerato - sottolinea Bruno - che vengono impiegati non solo per curare o prevenire infezioni sui vegetali causate da organismi nocivi, quali funghi o crittogame, batteri, insetti, acari, nematodi, virus, micoplasmi, roditori eccetera, ma anche per contrastare o eliminare specie vegetali indesiderate». Non c'è un riferimento esplicito all'inquinamento dell'ambiente correlato ai prodotti chimici utilizzati, ma il passo è davvero breve.
Da qui la «prossima istituzione presso la prefettura di Viterbo» di un tavolo tecnico nazionale al quale parteciperanno i rappresentanti nazionali, o loro delegati, dell'Istituto superiore di sanità, dell'Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale), il comando unità Forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri, il Crea (Consiglio ricerca in agricoltura ed economia agraria) e l'Università della Tuscia.
Secondo il prefetto Bruno non è più rimandabile il confronto, tanto che l'ufficio territoriale del Governo ha posto anche una scadenza temporale: in relazione all'obiettivo indicato, gli istituti e gli enti interpellati dovranno comunicare «un proprio delegato, cosi da poter procedere alla predisposizione del relativo decreto, e i riferimenti dovranno essere trasmessi entro il 12 aprile».
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