Viterbo, lo “Sfascio” di Vaporidis
è troppo grande per un piccolo palco

Gli attori sulla scena dello Sfascio
di Giorgio Renzetti
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Mercoledì 30 Ottobre 2013, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 12:26
VITERBO - Applausi a scena aperta per il debutto a Viterbo de "Lo Sfascio", lavoro teatrale di Gianni Clementi con Nicolas Vaporidis. Quartieri dell’Arte colpisce ancora. E con “Lo Sfascio”, che da ieri è in replica a Roma, colpisce al volto, sorprende e appassiona. Magari ha fatto anche riflettere i viterbesi, richiamati domenica scorsa per la prima dello spettacolo.



In scena Nicolas Vaporidis, Riccardo De Filippis, Augusto Fornari (foto) e Alessio Di Clemente, tutti su un palco - quello dell’Auditorium di S. Maria in Gradi - troppo stretto per l’imponente scenografia. Ecco, ancora una volta Viterbo ha pagato la penuria di spazi per la cultura, con un Teatro dell’Unione rimandato alle calende greche per la fine dei lavori di restauro.



Il lavoro scritto e diretto da Gianni Clementi presenta infatti un’impatto scenico importante. Un vero e proprio “sfascio” (un’autodemolizioni) degli anni ’70 a Roma ricostruito in sala, con una vecchia Fiat Cinquecento dentro (a Viterbo non ci è entrata). «Io volevo raccontare il degrado che sta vivendo la società, un sistema che tende all’implosione. Questo testo - dice Clementi - l’ho scritto prima di Romanzo Criminale, depositandolo nel 2003. E’ sull’ambiente borderline romano di quegli anni, ma c’è anche un altro tema, esploso nelle cronache odierne: quello della donna trattata come oggetto, a uso e consumo dei maschi».



Il linguaggio è forte, crudo, il romanesco dei “peggio quartieri”, quasi vietato ai minori. Il ritmo scenico non dà tregua, colpisce duro. Ma i tanti applausi a fine spettacolo, con l’emozione di Nicolas Vaporidis e la soddisfazione del regista dicono che il numero zero della commedia - in cartellone da oggi per tre settimane alla Sala Umberto capitolina - dà grandi chance di successo.



A Viterbo resta il tributo della compagnia, con il messaggio finale di Alessio Di Clemente «Ringraziamo Quartieri dell’Arte per il suo lavoro che da quasi venti anni nella drammaturgia contemporanea. Un Festival importante nel Lazio, in Italia e capace di arrivare anche in Europa. Tenetevi stretto Gian Maria Cervo perché è un viterbese prezioso». Molti applausi ad Augusto Fornari, interprete magnifico dell’autistico Manlio. Impeccabile Jennifer Mischiati, unica donna in scena.
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