Saverio Raimondo sfida il coprifuoco: «Anticipo lo show alle 19: sono a prova di Dpcm»

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Sanificati il giusto, distanziati quanto basta Saverio Raimondo accetta di finire davanti alla lavagna dell'Interrogazione del Messaggero. Domenica 25 anticipando lo show alle 19 ("così rispettiamo il coprifuoco serale") il comico romano ("quartiere Trieste, anche se ora abito al quartiere Africano Alto a dispetto della mia statura") sale sul palco del Monk a Casal Bruciato per il suo stand up comedian show collaudato. "Certo che il Covid entra: magari alla fine firmo autografi sulle autocertificazioni, o ne rilascio di mie". Racconta la sua storia di comico da sempre: "Da quando ho 18 anni che faccio questo mestiere: sognavo il cinema, adoro Woody Allen, lo seguo, inseguo e vedo ovunque posso. Non ho mai voluto incontrarlo: incontrare un mito è da sconsigliare". Dai locali romani, alla radio (impazzava su Radio 2 con la sua parlantina veloce e la satira molto ficcante e spesso osè), poi la tv: anni su Comedy Central a fare l'anchor man. "Ora sono a Porta a Porta, particolare la prima telefonata di Bruno Vespa: sento la sua voce inconfondibile e non ho mai pensato fosse uno scherzo... Alla prima puntata mi sono presentato con un plastico dello studio di Porta a Porta... Mancava solo il plastico all'interno. Mi ha notato nel programma di Gramellini, credo". Il film del cuore e il luogo del cuore? Manhattan di Allen e New York. Ora in arrivo sorprese di cui parla al vicedirettore Alvaro Moretti. E una promessa: "Non sarò mai quel tipo di comico che per sentirsi completo aspetta un ruolo drammatico, magari al cinema. Prometto a tutti che resterò quel cretino che sono da sempre". 

Intervista di Alvaro Moretti