Fiumicino, i pescherecci tornano in mare, ora la frittura è low cost

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Le flotte di Anzio e Fiumicino tornano oggi in mare per riprendere l'attività di pesca. Dopo 30 giorni è infatti terminato il fermo temporaneo obbligatorio del pescato catturato con le reti a strascico e le 51 imbarcazioni riprendono a solcare le onde del tratto di mare antistante la costa laziale. Come ogni anno, il fermo tecnico stabilito dal Ministero delle Politiche agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo è stato oggetto di contestazioni delle cooperative dei lupi di mare sul periodo in cui viene imposto lo stop e sulla suddivisione dei Compartimenti marittimi. Nello specifico gli armatori di Fiumicino non sono in sintonia con la scelta del Ministero che ha attribuito un periodo diverso ai Compartimenti attigui di Roma e Civitavecchia. «Le decisioni del Ministero nei confronti della pesca sono sempre sconcertanti sottolinea Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca romana di Fiumicino -. La nostra flotta ha lasciato oggi gli ormeggi ma non può gettare le reti nel vicino Compartimento di Civitavecchia, dove abitualmente si spinge per le battute di pesca, perché è in corso il fermo che dura ancora una settimana. Questo ci penalizza e la cosa è assurda perché abbiamo inutilmente chiesto un tavolo tecnico per far presente quella che noi riteniamo un'anomalia». L'altro appunto che il settore pesca lamenta è il periodo in cui si effettua il blocco sul quale ruotano tutti i Compartimenti marittimi della Penisola che inizia dall'Adriatico il 29 luglio con le unità navali iscritte da Trieste a Ancona. «Cosa anche questa assurda aggiunge Del Prete -. Aver sostituito la parola ripopolamento con il fermo tecnico non aiuta affatto i fondali marini perché le uova vengono deposte tra aprile e maggio».

IL MERCATO
Polemiche a parte da questo pomeriggio sui banchi dei mercati della Capitale e nelle pescherie sulla costa romana si raddoppierà il quantitativo di prodotti locali con il conseguente crollo dei listini. Si tratta di alici, triglie, frittura mista, sugheri, gamberi rosa, nasello e mazzancolle. «È ovvio che lo stop allo strascico porterà ora le imbarcazioni a rientrare in porto con tanto pescato conclude -. Alle aste di Anzio e Fiumicino acquisteranno anche i commercianti con attività nel tratto di costa tra Civitavecchia e Imperia dove c'è ancora il fermo. Per circa un mese sui mercati finiranno oltre 150 quintali del classico prodotto del nostro mare e questo consentirà di acquistarlo a prezzi bassi». Il tutto avrà riflessi positivi anche per i ristoranti. «Il pesce locale fresco dice Massimiliano Mazzuca, titolare del ristorante Amelindo è un valore aggiunto ai menù che proponiamo ai clienti perché contribuisce a dare freschezza e ulteriore qualità ai piatti». 
Di Umberto Serenelli 
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