L'epopea dell'Isola delle Rose davanti alla Romagna diventa un film con Elio Germano

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Rimini 1968, gli anni della contestazione studentesca, un ingegnere idealista e sognatore, Giorgio Rosa, ha un sogno ribelle e visionario, quello di creare un'isola dove poter essere liberi in uno stato libero e indipendente con tanto di bandiera e linguaggio universale, l'esperanto. Un'isola fatta di acciao a pochi chilometri dalla riviera romagnola, appena 500 metri oltre le acque italiane, in acque internazionali. Insieme ad un amico imprenditore, (Leonardo Lidi) la visione del giovane ingegnere, interpretato da Elio Germano, diventa realtà grazie all'ingegno artigianale ed al desiderio di creare qualcosa di unico, dove l'aspirazione è la libertà assoluta. In pochi mesi nasce nel mare adriatico, (L'incredibile) isola delle rose, - su Netflix dal 9 dicembre - dove arrivano un apolide tedesco (Tom Wlashiha), naufraghi, turisti italiani e stranieri, che si scatenano sulla piattaforma d'acciaio e cemento, ballando le hit degli anni Sessanta. Fino a quando le autorità decisero di abbatterla temendo una deriva che poteva includere, a loro dire ma senza che Giorgio Rosa ne avesse mai fatto menzione, la nascita di un Casinò (tutt'ora negato alla Romagna e all'attigua San Marino), locali peccaminosi a base di strip tease, pericolosi studi per radio e tv "libere" e persino - la più ridicola e infondata di tutte le ipotesi - la base per missili sovietici.