Aliano e Tursi, la poesia dei calanchi

Una veduta dei calanchi di Aliano
di Fulvio Fulvi
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Giovedì 9 Ottobre 2014, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 11:57
Ha un fascino unico, il cuore dell'Appennino lucano. Lo si raggiunge attraversando colline e valli solcate da fiumi. Qui Cristo non sarebbe arrivato mai, fermandosi verso la rigogliosa costa basilisca, ad Eboli.



Aliano, in provincia di Matera, sembra abbandonato da Dio e dagli uomini, è un paesetto di mille abitanti, contadini e pastori, arrampicato su una cresta di roccia punteggiata da macchie d'erba selvaggia. Ma allora, perché venirci? Per vedere i Calanchi, colline deformi graffiate dall'acqua dei torrenti ed erose dal vento, che formano qua e là coni aguzzi di pietra bianca. Per respirare un'aria leggera, per guardare la volta celeste che si incastra su questi picchi e, giocando con il sole e con la luna, ne cambia il colore tanto che il paesaggio appare ogni volta diverso a seconda dell'ora del giorno in cui lo si ammira.



Ci si viene per incrociare lo sguardo con la gente e e coglierne la dignità. Aliano è il paese dove lo scrittore torimese Carlo Levi fu mandato, dal dicembre del 1943 al luglio del 1944, al confino dai fascisti: nella sua casa, oggi diventata un museo, scrisse il romanzo Cristo si è fermato ad Eboli, capolavoro della letteratura italiana contemporanea.



«Il libro è il più appassionante e crudele memoriale dei nostri paesi» commentò Rocco Scotellaro, altro cantore inquieto della povertà antica e della ruvida bellezza di questo spicchio del Meridione d'Italia: lo scrittore nacque a Tricarico. La casa dove Levi abitò è ancora lì, col suo balcone aperto verso l'Infinito. Così lo scrittore raccontava lo spettacolo che vi si può ammirare: «Spalancai una porta-finestra (...) e rimasi quasi accecato dall'improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c'era il burrone; davanti (...), l'infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d'occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco (...) mi pareva di essere sul tetto del mondo, o sulla tolda di una nave, ancorata su un mare pietrificato...».



A una ventina di chilometri da qui, tra i fiumi Agri e Sinni, si trova Tursi, il borgo dove è nato un altro grande della letteratura italiana, il poeta Albino Pierro, più volte candidato al Premio Nobel: le sue opere sono state tradotte persino in iraniano e in svedese. Anche lui si è ispirato alla sua terra, al dialetto, alle tradizioni della sua gente. Anche qui dominano i Calanchi, ispiratori di una poesia e di canti della natura che non si possono ascoltare in nessun altra parte del mondo (info: www.aptbasilicata.it; Pro Loco Aliano, tel. 0835/568074).



I NOSTRI CONSIGLI:



Dove dormire:



Hotel Villa Cirigliano a Tursi (contrada Pane e Vino 19, tel. 0835 810006; www.hotelvillacirigliano.it): sulla strada per Policoro, a 7 km dal mare Jonio, il resort è inserito in una grande masseria dell''800 trasformatasi in un borgo dell'ospitalità. Con un giardino orto botanico di 4 mila metri quadrati, palestra, piscina, campi da tennis e calcetto. Le camere sono 40 (una doppia: da 80 €). Lo chef Mario Demuro, che sovrintende la cucina del ristorante, ha aperto una scuola dove si insegnano i piatti della tradizione lucana.



Dove Mangiare:



Alla Taverna La Contadina Sisina, nel centro storico di Aliano (via Roma 38; tel. 0835/568239) si possono gustare una carrellata di antipasti misti con prodotti genuini del territorio e degli indimenticabili tortelli di ricotta alle erbe (un pasto: da 20 €). L'ambiente è semplice, come la cucina. È anche una locanda dove si può alloggiare con vista sui Calanchi.
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