Falsi incidenti per truffare le assicurazioni: indagati cinque perugini, sono artigiani e professionisti

Falsi incidenti per truffare le assicurazioni: indagati cinque perugini, sono artigiani e professionisti
di Emanuele Faraone
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Lunedì 23 Ottobre 2023, 07:00

RIETI Un incidente stradale sospetto scoperchia una struttura specializzata in truffe alle assicurazioni tra carrozzieri compiacenti, titolari di agenzie di incidentistica stradale concilianti, medici e fisioterapisti collusi. Un sistema di frode ben collaudato, in grado di truffare le compagnie per oltre 80mila euro, e che vede coinvolti anche cinque umbri, residenti nella provincia di Perugia, tra i trenta indagati dai carabinieri della Stazione di Cantalice dopo due anni di indagine. 
I reati contestati, a vario titolo, sono di truffa ai danni di compagnie assicurative, abuso d’ufficio, falsità materiale, fraudolento danneggiamento di beni assicurati e addirittura mutilazione fraudolenta della propria persona. 

LA GENESI 
Tutto ha avuto origine due anni fa a partire dal rilevamento di un incidente stradale giudicato sospetto dai carabinieri, non convinti dalla ricostruzione del sinistro. Da qui, i carabinieri hanno poi effettuato vari accertamenti successivamente ampliati su ulteriori 12 sinistri stradali, analoghi al primo e pertanto ritenuti “sospetti”, tutti denunciati come avvenuti nel capoluogo reatino. Un cerchio investigativo che, andandosi a stringere, ha così permesso di rilevare una serie incongruenze e contraddittorietà in alcuni casi anche abbastanza evidenti. Tra l’altro addirittura alcuni soggetti avrebbero denunciato di essere rimasti coinvolti in incidenti stradali avvenuti nel capoluogo quando in realtà, all’esito di vari elementi raccolti ne escludevano l’effettiva presenza, al momento dei fatti, nella città di Rieti. 

Nel corso della serrata attività investigativa sono stati raccolti, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, elementi considerati importanti per lo svolgersi delle indagini in relazione alla denuncia di incidenti stradali, in realtà mai verificatisi, allo scopo di percepire indebitamente l’indennizzo delle rispettive compagnie assicurative. Le dichiarazioni rese dagli interessati ai sanitari del pronto soccorso, al fine di rendere quanto più veritieri i fatti, venivano fornite, di volta in volta, da compiacenti carrozzieri e titolari di agenzie di incidentistica stradale. Nella ricostruzione, i carabinieri hanno individuato l’anello mancante nella figura di alcuni medici e fisioterapisti che avrebbero certificato l’espletamento di visite mediche e fisioterapiche per prestazioni in realtà mai eseguite proprio perché inerenti lesioni fisiche inesistenti per sinistri mai avvenuti. Il tutto ovviamente per giungere a un risarcimento assicurativo ancora più corposo. In maniera analoga avrebbero proceduto vari titolari di carrozzerie i quali avrebbero fatturato lavori di manodopera in realtà mai eseguiti. 
L’indagine ha permesso di accertare un illecito guadagno, a scapito di varie compagnie assicurative reatine e non, per un ammontare complessivo superiore agli 80mila euro.

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