Ternana, l'ultimo show di Pochesci
dopo l'esonero: «Grazie ternani
sieti unici e veri in mondo di falsi»

L'allenatore della Ternana Sandro Pochesci
di Federica Liberotti
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Mercoledì 31 Gennaio 2018, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 12:23
TERNI Sette mesi di emozioni, polemiche, battute e facili entusiasmi, in un continuo alternarsi di gioie (poche) e delusioni (tante). Fino all’ultimo atto, quello di lunedì sera, anche questo vissuto al cardiopalma. L’avventura in rossoverde di Sandro Pochesci è finita con l’ennesimo colpo di scena, con un fragore che difficilmente non potrà lasciare strascichi in una tifoseria che - in buona parte, anche se non in tutta - aveva trovato nel mister romano un nuovo slancio per tornare a credere nelle Fere. E proprio ai tifosi è andato il suo primo pensiero da ex, in un messaggio postato dal suo profilo Facebook poco dopo le 2 della lunga notte post esonero. Una notte probabilmente insonne per lui, che avrà rivissuto pagina per pagina un’avventura iniziata ufficialmente il 5 luglio scorso, giorno del celebre arrivo di Bandecchi in elicottero allo stadio - oggi più che mai lontano -, e della contestuale presentazione del mister sulla panchina rossoverde. «Grazie ternani! - scrive Pochesci dai social - Mi avete fatto, sognare, gioire, piangere, ridere, oggi mi avete fatto capire che a Terni c’è gente come me, avrete un tifoso in più, i ragazzi vi daranno tutto! Siete Unici e veri in un mondo di falsi». Un addio, quello del mister, che non risparmia uno strascico polemico, quel “falsi” che chissà a chi è rivolto (ma la conclusione potrebbe essere piuttosto facile, se non banale). Di certo è che difficilmente possono passare in secondo piano quelle parole pronunciate - anzi urlate - da Pochesci, davanti ad una manciata di giornalisti e testimoni, dopo l’intervista rilasciata lunedì sera ai microfoni di Sky, in direzione del presidente Ranucci e del ds Evangelisti, che forse volevano calmare la sua furia prima della conferenza stampa post-partita.
«Mi avete rotto, io vado a fare il mio dovere e a parlare con i giornalisti, cacciatemi se volete» le chiare parole dirette ai due, increduli e imbarazzati di fronte ad una simile reazione. Poco dopo la cacciata è arrivata su un piatto d’argento, attraverso una telefonata del patron Bandecchi. L’ultimo atto, anche questo, di un rapporto che tra i due che sembrava essersi logorato ormai da settimane, dal primo ultimatum dell’imprenditore livornese arrivato i primi di dicembre (quattro partite per migliorare, o si cambia), seguito dal blitz ad alta tensione negli spogliatoi dopo la sconfitta a Palermo, fino al bavaglio messo al mister a fine dicembre (“basta fare lo showman” è stato l’ultimo monito). Contrasti incentrati, spesso, proprio sulla comunicazione, più che sulle questioni di campo (di cui Bandecchi ha sempre ammesso di capire poco). Eppure il mister aveva dimostrato di saperci fare, a modo suo, in questo settore: in questi sette mesi non sono mancate le gaffe - la prima quella sulla squadra del don Gnocchi, a cui avevano fatto subito seguito le scuse -, ma ha avuto anche grandi spazi di popolarità, pure nazionale, tra le battute su Ibrahimovic e quelle sull’Italia di Ventura, rimbalzate in tutto lo stivale. Ora l’uscita di scena, con modi e tempi ancora da capire. Chissà se sarà definitiva o meno.
 
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