Spaccio e degrado, l'urlo di Fontivegge: «Tanti esposti, nessuna risposta»

Spaccio e degrado, l'urlo di Fontivegge: «Tanti esposti, nessuna risposta»
di Egle Priolo
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Venerdì 12 Marzo 2021, 08:00

PERUGIA - Spaccio e prostituzione a cielo aperto, personaggi inquietanti in giro per il quartiere e l'ombra del degrado che si allunga da due palazzi abbandonati. Sono tante, sempre diverse ma purtroppo sempre uguali, le sollecitazioni che arrivano dall'area di Fontivegge, dai suoi residenti e da chi ci lavora. Che lamentano, nonostante le attenzioni, l'impegno e i controlli sempre mirati, una situazione insostenibile dal punto di vista della sicurezza. L'ultimo grido di allarme si leva dall'area delle Fonti di Veggio, parte “alta” del quartiere, dove la situazione – secondo i residenti di alcuni condomini che hanno inviato il loro sfogo all'associazione Progetto Fontivegge - «resta critica».

«Tra il parco della Pescaia (Verbanella) e via San Prospero – scrivono - permane un circuito di spaccio di stupefacenti intenso e pericoloso, garantito dalla quasi totale assenza di punti luce e videocamere nei vicoli che si dipanano tra via XX Settembre e via Mario Angeloni. I residenti di quattro condomini, tra via XX Settembre e San Prospero, avevano approvato, orami quasi tre anni fa, nelle rispettive assemblee condominiali lo stanziamento di complessivi 12mila euro per l'acquisto, l'installazione e la connessione alla rete di 8 dispositivi di videosorveglianza di ultima generazione. La proposta di un patto di collaborazione con il Comune è tuttavia naufragata nel momento in cui l'Amministrazione ha negato la propria disponibilità a provvedere a proprie spese all'allaccio alla rete elettrica e alla manutenzione. Siamo in attesa di capire, in queste ultime settimane, se la trattativa possa riaprirsi o meno».
I problemi sono poi vissuti anche peggio nell'area che dà il nome all'intero quartiere. «Nonostante il lodevole rifacimento dell'arredo urbano del parco della Pescaia e l'opportuna ripulitura/illuminazione della Fonte di Veggio, opera dell'artista bettonese Matteuccio Salvucci nel XVII secolo, dunque teoricamente protetta da vincolo storico-artistico-culturale, l'area resta sporca e mal frequentata – si ribadisce nella lunga nota -. Le continue segnalazioni dei residenti alla Gesenu per l'abbandono di rifiuti tra via San Prospero e via Oddi Sforza sortiscono intervento più o meno tempestivi ma senza adeguate verifiche sui contratti di affitto e adempimenti Tari, chieste più volte tramite esposto, non si verrà mai a capo del problema».
E se la parte alta del quartiere è particolare, perché linea di confine tra le ville storiche di via XX Settembre e la stessa Fontivegge, i disagi nascono anche dalla coesistenza di palazzi ben tenuti - basti pensare al recente investimento da 1,2 milioni di euro di un condominio tra ristrutturazione materiale e rigenerazione energetica secondo parametri di sostenibilità, funzionalità e sicurezza - al degrado di quelli lasciati al loro destino, meta di balordi e tossici.

Come i due villini ex Onaosi recentemente abbattuti per dare spazio a un mini-complesso residenziale, con due palazzine da 18 appartamenti in totale, realizzato senza nuovo consumo di suolo, secondo moderni criteri di efficientamento energetico e sicurezza antisismica, investimento di un imprenditore legato al quartiere. «In ultimo, ma non ultimo – chiudono infatti i residenti -, la questione dei fabbricati abbandonati, ben due in zona (via Oddi Sforza e piazza Fonti di Veggio), che deturpano il quartiere, mettendone a repentaglio la sicurezza sociale (occupazioni abusive e spacciatori) e sanitaria (proliferazione roditori, colombi e insetti) nonché vanificando l'impegno di proprietari residenti e costruttori attivi nella riqualificazione dell'area attraverso la realizzazione di nuovi edifici di pregio o la ristrutturazione dell'esistente».

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