Il Perugia a Venezia si gioca tutto: serve l'impresa per la salvezza

Il presidente Massiiliano Santopadre
di Antonello Ferroni
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Sabato 13 Maggio 2023, 09:09

E’ il momento della verità. Da oggi, dalla partita del Penzo (fischio d’inizio ore 14) in cui il Perugia è chiamato all’impresa sul campo del lanciatissimo Venezia per sperare ancora nella salvezza, tutto potrebbe accadere. Al termine di una stagione a dir poco tormentata, nel momento più difficile - forse ancora più difficile rispetto alla partenza falsa e ai cambi in panchina delle prime giornate -, con la vittoria che manca ormai da sette partite e il Perugia reduce da una terribile batosta casalinga -, diventa indispensabile rialzare subito la testa e fare risultato, meglio se una vittoria. Certezze non ce ne sono, in teoria potrebbe non bastare anche vincere entrambe le partite che mancano. Ma è comunque realistico pensare che le possibilità di salvezza siano discrete, pur passando invariabilmente dalla vittoria sul Benevento all’ultima al Curi, qualora oggi al Penzo dovesse arrivare il risultato. A livello di combinazioni potrebbe succedere tutto, in teoria il Perugia rischia di retrocedere già oggi in caso di sconfitta a Venezia e di contemporaneo pari del Cosenza ad Ascoli e vittoria del Brescia sul Pisa. Mentre la squadra di Castori vincendo o pareggiando in Laguna alimenterebbe in maniera notevole le proprie possibilità, sperando che Brescia e Cosenza (o anche una delle due) non facciano altrettanto e che dal fondo non risalga la Spal. Ma è meglio non pensarci, meglio per i grifoni scendere in campo con la testa sgombra, pronti a tutto, anche a dover affrontare negatività a gara in corso (sarebbe la prima volta di una rimonta, meglio tardi che mai). La risalita da ottobre a febbraio è stata probabilmente pagata cara a livello fisico ma ha anche dimostrato che se la squadra è determinata, sta bene e trova la fiducia in sé stessa, può battere chiunque (il Genoa promosso ne sa qualcosa, il Frosinone idem).

Il Perugia viene da una settimana terribile, passata ad allenarsi nel più totale silenzio all’interno del Curi blindato, nell’apparente indifferenza generale.

In realtà il fuoco cova sotto la cenere. Il gruppo si trova in Veneto già da due giorni in ritiro, senza giocatori importanti come Dell’Orco, Olivieri, Rosi e Furlan. In porta (a meno che non si decida di lanciare il terzo portiere Abibi) toccherà a Gori, sperando che il numero uno di proprietà Juventus abbia ritrovato la serenità che lo ha contraddistinto per quasi tutto il torneo. Castori potrebbe tornare a schierare la squadra con due attaccanti nel 3-5-2 per avere maggiori possibilità di buttarla dentro (Di Carmine e Di Serio la coppia papabile), sperando nella giornata giusta di Lisi e Casasola, mentre a centrocampo ci sarà da scegliere (Kouan, Iannoni, Bartolomei e Capezzi per due maglie) e in difesa toccherà a Sgarbi, Curado e Struna arginare il bomber Pohjanpalo, vero trascinatore a suon di gol della multinazionale di Vanoli, che dovrebbe essere affiancato da uno tra Pierini e Cheryshev. Il Venezia, per inciso, è squadra tecnica che ha avuto il merito, sia pure in ritardo, di adattarsi all’agonismo della cadetteria, ma ha dimostrato più volte (l’ultima contro il Cosenza) di soffrire molto la determinazione delle squadre che lottano per salvarsi. Oggi potrebbe non fare eccezione.

Occorre scacciare i fantasmi e ritrovare la concretezza e la determinazione dei giorni migliori. Bisogna crederci e ci credono soprattutto quei 246 tifosi biancorossi che oggi saranno nel settore ospiti del Penzo, nelle mani il cuore e le bandiere, pronti a piangere, sperando che sia di gioia.

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