Pnrr, corsa contro il tempo per le piccole opere

I Comuni devono chiudere gli interventi entro il 31 dicembre - Silvio Ranieri (Anci): «I municipi stanno rispettando il cronoprogramma e ci stiamo muovendo con Regione e Ifel per aiutare 12-13 città più in difficoltà»

Pnrr, corsa contro il tempo per le piccole opere
di Fabio Nucci
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Dicembre 2023, 08:15

PERUGIA Una partita da oltre 4,8 miliardi di euro che per il 70% è “controllata” da ministeri o grandi aziende nazionali. Per come è stato strutturato, il Pnrr umbro ha la stanza dei bottoni lontano dalla regione e solo un terzo dei fondi diretti all’Umbria vede Regione, Comuni e Province quali enti attuatori. I quali, secondo quanto si desume dalla piattaforma Regis, stanno rispettando il cronoprogramma anche se alcuni sono alle prese con una corsa contro il tempo. «Entro il 31 dicembre – ricorda Silvio Ranieri, segretario generale Anci Umbria – vanno concluse le attività delle piccole opere. I Comuni in generale stanno rispondendo positivamente, ma 12-13 sono più in difficoltà».

Secondo il monitoraggio effettuato dalla Regione su dati Regis, dei circa 3.500 progetti ammessi a finanziamento Pnrr, la metà circa vede come soggetto beneficiario un comune e comunque, anche se non attuatori, tutti e 92 beneficiano di almeno un contributo. Se l’analisi si limita ai progetti con importo superiore al milione di euro, in Umbria si parla di 285 interventi (8,2%) che muovono circa 4.4 miliardi ovvero il 99% del totale dei fondi attivati nella regione. Di tali progetti, 176 vedono come soggetti attuatori Province, Comuni e società in house per 675 milioni; 65 sono a capo della Regione o sue partecipate (342 milioni); 44 sono ascrivibili a Ministeri o aziende statali come Rfi o Anas per 3,4 miliardi, pari al 70% dell’intero Recovery umbro. «L’attività che la Regione può mettere in campo come coordinamento, almeno sotto il profilo dell’importo dei lavori, risulta limitata», si osserva da Palazzo Donini.

Questo anche perché quando introdotto, il Pnrr prevedeva un rapporto diretto tra governo e Comuni tra i quali, grazie anche alla collaborazione della Regione, non emergono particolari criticità. «Si stanno comportando bene», spiega Ranieri. «Come Anci Umbria abbiamo costituito un presidio a supporto, cercando di fare da trade d’union tra le due prefetture, che svolgono attività di monitoraggio, e la Ragioneria generale, che si occupa della rendicontazione.

Entro fine anno si concludono le attività delle piccole opere, sotto i 50mila euro, e i comuni stanno rispondendo positivamente». Laddove persistano problematiche, un recente accordo stretto a Roma tra Anci, Ifel e Ragioneria generale, prevede un piano di supporto al Responsabile unico del progetto (Rup) e ai Comuni. «L’intesa ha individuato come capofila la Lombardia e l’Umbria che con Ifel ha aperto una collaborazione molto forte sul presidio Pnrr: come Anci e Comuni trovano piena collaborazione». Con Ifel, infatti, già esisteva un pre accordo a supporto del Rup, come formazione. «Un percorso attivato, ad esempio, per quei Comuni che appaiono in difficoltà anche in vista della scadenza del 31/12: parliamo di 12-13 enti, equamente divisi tra le due province», spiega Ranieri. Un aiuto in questo senso è arrivato anche dalla Regione. «Sta individuando altri esperti da destinare a supporto esclusivo dei Comuni», spiega Ranieri. «Non sarà possibile prevedere una figura per comune, piuttosto un team che opererà tramite formazione in call o in loco: sul principio Dnsh (nessun danno all’ambiente dagli interventi Pnrr, ndr), ad esempio, la Regione si è già mossa per sostenere quei comuni in difficoltà per non perdere importanti finanziamenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA