Incendia palazzo a Fontivegge, condannata la piromane che ha terrorizzato il quartiere

La notte dell'incendio
di Egle Priolo
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Giovedì 18 Novembre 2021, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 09:20

PERUGIA - Due anni e quattro mesi di reclusione. Questa la pesante condanna, nonostante il giudizio abbreviato, inflitta dal giudice Natalia Giubilei a Jennifer Marrucci, accusata di essere la piromane che per mesi ha creato il panico a Fontivegge. Alla 36enne, difesa dall'avvocato Stefano Di Fiore, il pubblico ministero Massimo Casucci contestava i reati di incendio e furto aggravati, per aver appiccato le fiamme, bruciando un materasso, in un fondo del palazzo in cui era domiciliata in via Breve, con il fumo che ha costretto tutti i condomini a evacuare l'intero stabile. In quello stesso palazzo, la sera aveva rubato due valigie, facendo sfondare «la porta in legno del fondo e saltare la serratura che la chiudeva».

Il giudice ha quindi confermato la misura della custodia cautelare in carcere, in vigore da subito dopo quell'incendio che non pochi problemi aveva creato agli altri condomini. Che con gli avvocati Marco Brusco e Valentina Gudini si sono costituiti parte civile dopo aver denunciato disturbi del sonno, ansia, tachicardia, grave inquietudine, paura, disturbi dell’umore, stress emotivo continuo a causa di quella presenza considerata pericolosa nel palazzo. Perché la 36enne è stata accusata anche di aver dato fuoco, negli ultimi anni, a vari cassonetti ma anche ad auto parcheggiate. Un problema quindi non solo per i suoi vicini nel palazzo a Fonti di Veggio, ma per tutto il quartiere, da via Canali a via Mario Angeloni fino a Case bruciate, che sembra essere finito da quando la donna è stata condotta in carcere dopo l’ultimo e grave episodio. Quando i condomini hanno ricordato nella loro denuncia come «il fuoco ed il denso fumo provocati dai materassi incendiati, ben presto invadevano la tromba delle scale impedendo, di fatto, sia l’accesso agli appartamenti che l’evacuazione degli stessi, provocando il panico fra le decine di persone che abitano nello stabile. Si pensi , fra l’altro, che molti dei condomini sono anziani e non autosufficienti di guisa che molti di essi sono stati assaliti da vero e proprio terrore. Per domare l’incendio e mettere in sicurezza lo stabile è stato necessario il tempestivo intervento di ben quattro squadre di vigili del fuoco le quali, fortunatamente, sono riuscite a spegnere l’incendio poco prima che le fiamme raggiungessero il vicino locale caldaia e le condutture del gas ad essa collegate. Inutile dire che l’esplosione della caldaia avrebbe causato una strage sia in danno dei condomini presenti che dei soggetti intervenuti (in primis i vigili del fuoco)».
La donna è stata anche condannata al risarcimento dei danni cagionati alla parte civile, da liquidarsi in separata sede, con la soddisfazione espressa dall'avvocato Brusco che ha riferito di «un vero e proprio incubo vissuto dai condomini nel periodo in cui l'imputata ha vissuto nel condominio, augurandosi che l'incubo sia, finalmente, finito».

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