Morte di Samuele, la famiglia: «Patrizia mente, va espulsa». «No, ha protezione internazionale»

Morte di Samuele, la famiglia: «Patrizia mente, va espulsa». «No, ha protezione internazionale»
di Egle Priolo
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Venerdì 9 Settembre 2022, 11:10

PERUGIA - Morte di Samuele De Paoli, il giudice non ha ancora deciso sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura nei confronti di Hudson Pinheiro Reis Duarte, trans di 44 anni nota come Patrizia, inizialmente accusata di omicidio preterintenzionale, ma la famiglia prosegue la sua battaglia. Che già sa di opposizione all'eventuale archiviazione.

Dopo quasi un anno e mezzo dal ritrovamento del corpo di Samuele, 22 anni, in un fosso a Sant’Andrea delle Fratte (era il 28 aprile del 2021) e dopo la nota con cui il procuratore capo Raffaele cantone ha lungamente spiegato la posizione di via Fiorenzo Di Lorenzo e dell'aggiunto Giuseppe Petrazzini - convinti che Patrizia si sia difesa da un'aggressione, contestandole solo l'omissione di soccorso - «gli avvocati dei familiari Valter Biscotti e Ilaria Pignattini acquisiti gli atti di indagine rimangono fermi ancora di più nelle loro convinzioni di rifiuto della richiesta di archiviazione proposta dalla Procura».
«Ci sono ancora molti punti oscuri che l’indagine non ha affatto chiarito – scrivono i legali per conto della famiglia - rimanendo la Procura ferma alla credibilità dell’indagato. Noi siamo convinti che l’indagato mente e continua a mentire sulla ricostruzione dei fatti. Ascoltando l’interrogatorio davanti al pm la nostra convinzione si è rafforzata: ha ripetuto con tono di voce ferma e convinta per una ventina di volte che c’era un’altra persona per poi cambiare versione dopo 4 minuti di interruzione. Nulla ci convince. La ricostruzione della Procura fa quasi apparire l’indagato come una povera vittima, mentre leggiamo più rapporti di polizia che descrivono una persona violenta arrogante e con più denunce a carico pendenti». Biscotti e Pignattini, infatti, sottolineano come Patrizia sia «senza permesso di soggiorno con più provvedimenti di fermo identificazione ed espulsione dal nostro paese (l’ultimo di fine febbraio 2022 poche settimane prima dei fatti). Questo naturalmente senza accusare nessuno delle forze dell’ordine e delle istituzioni che sul punto fanno un lavoro encomiabile. È il sistema delle espulsioni che non funziona: chi delinque ed è senza permesso non può rimanere tranquillamente nelle nostre strade. Fa molto male a mamma Sonia e a tutta la sua famiglia di Samuele, che non crede minimamente alla ricostruzione dell’indagato sposata in toto dalla Procura, leggere che tipo di persona è l’indagato e continuare a vederlo ogni sera per strada a prostituirsi con l’ipotesi che tutto potrebbe risolversi con una multa».
Una posizione, chiaramente, contestata dall'avvocato di Hudson Pinheiro Reis Duarte, Francesco Gatti, che come sempre, prima di tutto, si dice vicino al dolore della famiglia per la scomparsa di un ragazzo di soli 22 anni. Gatti sottolinea anche «il sacrosanto diritto della famiglia di fare opposizione come del giudice di decidere sulla richiesta di archiviazione», ma ribadisce delle necessarie precisazioni sullo status di Patrizia. In Italia, a Perugia «senza permesso di soggiorno, vero, ma la sua permanenza è dovuta al fatto che la procura non ha dato il nulla osta all'espulsione», per motivi chiari: in caso di condanna, il ritorno in Brasile della 44enne impedirebbe di fatto la sua pena, considerando che il paese sudamericano non ha accordi estradizione. «Per i decreti di espulsione invece – prosegue l'avvocato Gatti - esistono ma è altrettanto vero che il giudice di pace di Roma a marzo ha assolto Patrizia», anche considerando come in Brasile i transessuali siano perseguitati e a casa quindi rischierebbe la vita. Si è scelto allora di aderire alla protezione internazionale di cui godono «le vittime di persecuzione per la sua identità di genere transessuale», tanto che lo stesso giudice ha ribadito come Patrizia abbia «il diritto di ottenere dalle competenti autorità lo status di rifugiata». «Non abbiamo ancora avviato le procedure – chiude Gatti – per la mancata definizione di questo procedimento. Nel momento in cui sarà definitivo faremo apposita istanza. Vogliamo nuovamente ribadire di capire il dolore della famiglia, ma non bisogna confondere l'occasione con la causa e con la colpa. La presenza in Italia di Patrizia non è causa della morte di Samuele».
Egle Priolo

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