Caparvi (Lega) espelle l'assessore Melasecche
Ma lui:«Sono tranquillo». E la Giunta va avanti

Caparvi (Lega) espelle l'assessore Melasecche Ma lui:«Sono tranquillo». E la Giunta va avanti
di Luca Benedetti
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Mercoledì 11 Agosto 2021, 10:08

PERUGIA La botta arriva a mezzogiorno in punto: la Lega ha espulso l’assessore regionale Enrico Melasecche. Un tackle pesantissimo di cui, si racconta, la presidente Donatella Tesei sia stata avvisata qualche minuto prima. Una botta a sorpresa, almeno nei tempi, ma chi annusa politica aveva capito che era nell’aria. Melasecche (deleghe a Infrastrutture e Trasporti) che non si è mai dimesso da consigliere regionale, i piedi in due ruoli e alla Lega Umbria questo non è mai piaciuto. Lo aveva sottolineato anche Matteo Salvini un anno fa, proprio da queste parti. Al quale però era stato risposto che in Veneto e Lombardia l’anomalia è tutt’ora in piedi. E così arriva la bordata di cui il regista è il segretario regionale, Virginio Caparvi (Salvini non può non sapere), ora candidato sindaco a Nocera per una lista civica. 
Si può aprire una crisi estiva, anzi di fatto, è aperta, ma solo virtualmente. La presidente Donatella Tesei, infatti, non si muove. Nessuno ritorno a palazzo Donini dalle vacanze. Contatto telefonico scontato con Melasecche (anche lui in ferie) e ragionamenti rinviati a settembre.
Le parole sono importanti. Quelle della Lega dicono così: «La Lega Umbria comunica l’esclusione di Enrico Melasecche dalle liste degli iscritti al partito con decorrenza immediata.
Il provvedimento intrapreso rappresenta un atto politico dovuto e legittimo, adottato in conseguenza del venir meno del rapporto di fiducia con il partito e dall’incompatibilità tra il suo operato e gli obiettivi proposti dalla Lega nell’ambito di governo regionale, oltre che dal mancato adempimento delle norme statutarie della Lega».
Melasecche detta all’Ansa una stilettata senza alzare i toni: «Sono molto sereno, ho consultato la mia coscienza che mi tranquillizza. Anzi mi ha fatto un bel sorriso». Cioè lui non si muove da palazzo Donini. E non c’è intenzione della Tesei di mettersi a giocare il risiko di un rimpasto estivo anche se la tensione nel centrodestra e a palazzo Cesaroni è alta.
GLI SCENARI
Caparvi che attacca (Briziarelli in difesa nella guerra tra leghisti) non hai messo nero su bianco l’addio di Melasecche all’assessorato. Ma è logico che nella comunicazione alla presidente Tesei il segretario lo abbia chiesto. 
La Lega innesca la bufera, Fratelli d’Italia sta alla finestra, ma la strategia è chiara. Telefoni bollenti con Roma. Giorgia Meloni viene informata. La linea dice così: Marco Squarta non si tocca dalla presidenza del consiglio regionale. Se si muovono le pedine in giunta (può la presidente governare con tre civici, cioè Fioroni, Agabiti e Melasecche?) Fdi è pronta a giocare la carta di Eleonora Pace. A meno che non serva un tecnico di altissimo profilo. E la Lega? Il risiko che piacerebbe al segretario guarda a Paola Fioroni, vice presidente dell’assemblea legislativa. Due Fioroni, cugini, in giunta regionale? Ecco che torna il vecchio refrain di Michele sacrificato alle richieste, numeri, alla mano, di FdI.
L’accelerazione della Lega su Melasecche resta una mossa da interpretare a un mese dalla presentazione delle liste per le Comunali (il centrodestra è in difficoltà nella scelta del candidato sindaco a Città di Castello ed è diviso a Spoleto).
IL CENTROSINISTRA
L’opposizione (Pd, M5S, Fora e Bianconi) va all’attacco: «La Lega apre ad una crisi di Giunta regionale, che conferma l’irresponsabilità e la pochezza del suo gruppo dirigente nazionale e regionale». Sono le parole di Lo dichiarano, Tommaso Bori (Pd), Thomas De Luca (M5S), Andrea Fora (Patto civico) e Vincenzo Bianconi (Misto).
«Si tratta – sottolineano Bori, De Luca, Fora e Bianconi – di una classica crisi al buio, di quelle da consumare irresponsabilmente in prossimità del Ferragosto, tentando di non dare troppo nell’occhio. Ma così non sarà di certo, visti anche gli appetiti delle altre componenti di maggioranza, che da tempo chiedono più spazio e visibilità». «È bastato un diktat di Matteo Salvini – proseguono i consiglieri regionali di opposizione - per espellere un assessore regionale dal suo partito e a causare uno stallo politico e amministrativo su deleghe centrali come quelle dei trasporti e delle infrastrutture, su cui andranno a concentrarsi gran parte delle risorse del Pnrr e quelle della prossima programmazione dei fondi europei.

Prendiamo atto del silenzio della presidente Donatella Tesei, a cui chiediamo di non trascinare le istituzioni regionali nelle faide interne al suo partito che dimostrano quanto questa maggioranza abbia cuore l’interesse collettivo e il futuro dell’Umbria». Il Pd di Terni rimarca come «quanto poco conti la città di Terni rispetto a dinamiche interne delle destre».

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