Grifo, tutti i dubbi di Baldini sul modulo

Francesco Baldini
di Corrado Losito
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Martedì 12 Dicembre 2023, 07:15
PERUGIA - L’ennesimo pareggio stagionale del Grifo lascia tanti dubbi e una certezza in vista dei due prossimi impegni. Partiamo dalla seconda: allo stato attuale, con buona pace di Baldini e delle sue considerazioni, questa squadra non può competere per la prima posizione. Carenze d’organico, errori marchiani e una sensazione di sfiducia latente contribuiscono a legittimare la convinzione di cui sopra. 
Ci sono però anche tanti interrogativi, acuiti dalle dichiarazioni del coach biancorosso. Il trainer del Grifo è sicuramente un bravo allenatore. Il problema é che a Perugia di tecnici ne sono passati tanti e di esperienza il tifoso così come l’addetto ai lavori ne ha maturata tanta. Sostenere quindi, come ha fatto il tecnico massese, che la gara del Perugia sia stata positiva appare quanto meno confutabile, asserire che il Grifo abbia dominato lo è ancora di più visto che nel secondo tempo la Vis Pesaro, solo ed esclusivamente a causa di clamorose topiche da parte della difesa perugina e non in virtù di mirabolanti abilità tecniche, non ha sfruttato la chance di espugnate il Curi. Imputare infine il pareggio al fatto che abbiano giocato un paio calciatori di stazza elevata appare assurdo. 
Non ce ne voglia il buon Baldini, ma se è vero che il prode attaccante marchigiano Sylla è alto 196 centimetri, è altrettanto vero che la coppia di centrali perugina paga solo trenta barra quaranta millimetri alla punta della Vis. Non é chiaramente questa la ragione della mancata vittoria dei grifoni. C’è purtroppo un filo conduttore che parte da lontano: fermi restanti i limiti di organico, si ricade in errori macroscopici. L’aver incassato poche reti finora non è ascrivibile alla difesa in se ma alla fase difensiva tutta del Grifo. Il 4-3-1-2 ha garantito una efficace copertura grazie alle due mezzali Kouan e Iannoni che in un campionato come questo si rivelano insostituibili. Santoro sulla trequarti rappresenta un ulteriore elemento di disturbo per l’avversario nella fase di non possesso. Che Vulikic e Angella andassero in difficoltà nell’uno contro uno si sapeva da tempo, per intenderci già nella gara amichevole di questa estate con il Gubbio. La difesa alta, le situazioni di uomo contro uomo non le hanno mai digerite a causa di una lentezza cronica. Il ritorno al 4-3-3 appare inspiegabile in primo luogo perché di punte esterne disponibili attualmente non ce ne è nessuna. Ricci non è ancora pronto (e forse non lo sarà mai) mentre Lisi e Matos non hanno le caratteristiche per giocare in quel ruolo. 
Per quale motivo allora insistere? E perché togliere dall’undici titolare Kouan? È un mistero al momento inesplicabile. Guardare avanti senza analizzare le criticità dopo la delusione con la Vis Pesaro appare ancora più sorprendente. Già perché per quanto la gara con l’Arezzo costituisca un match importante, glissare sulle modalità del pareggio che di fatto esclude il Perugia dalla lotta per il primato lo è ancora di più. In alcuni casi sarebbe meglio ammettere che le cose non sono andate per il verso giusto magari facendo autocritica perché quest’anno gli errori li hanno fatti tutti, nessuno escluso. 
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