Terni, case popolari finite
ma già allagate e da rifare

Il cantiere di San Lucio
di Sergio Capotosti
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Mercoledì 20 Ottobre 2021, 11:50

Appartamenti popolari nuovi di zecca che si sono allagati prima ancora di essere consegnati. È l'ultimo capitolo di quel cantiere infinito che si chiama San Lucio. Sono passati dieci anni dall'inizio dei lavori, ma il quartiere modello che il Comune di Terni aveva in mente di realizzare in seguito alla riqualificazione di San Lucio (Shanghai per capirci) è rimasto sulla carta.
Dei 24 appartamenti popolari che dovevano rinascere in questo angolo dimenticato di Terni, che sorge all'ombra della Basilica di San Valentino, nessuno ancora è stato consegnato alle famiglie in attesa di una casa. A un passo dal traguardo è arrivata la beffa. I lavori, almeno per 16 alloggi, erano terminati, ma l'allagamento che si è verificato per cause non ancora accertate ha reso inagibili i nuovi appartamenti. Insomma, un record: case inagibili prima ancora di essere abitate.
«Nell'ultimo periodo - spiega la vicesindaca con delega ai lavori pubblici Benedetta Salvati - si è riscontrata una rottura delle tubazioni e l'allagamento di alcuni degli alloggi nelle due palazzine terminate, per questo gli uffici tecnici hanno provveduto alla stima del danno e stanno predisponendo la gara per l'affidamento dei lavori di risanamento al fine di consentire l'agibilità degli alloggi nelle due palazzine suddette». In pratica dovranno essere sistemate, o cambiate, le tubature che erano state installate da poco. Un altro record. Ma visto che al peggio non c'è mai fine, tra Palazzo Spada e la ditta che doveva realizzare il nuovo San Lucio c'è in atto un braccio di ferro legale. «La terza palazzina che doveva essere riqualificata, a seguito di risoluzione contrattuale in danno alla ditta appaltatrice che ha abbandonato i lavori - spiega la vicesindaca Salvati - è rimasta allo stato di rustico».
Una doppia beffa. Le famiglie che hanno bisogno di una casa non potranno fare affidamento sugli appartamenti di San Lucio (nuovi ma già da rifare) e il Comune (dopo dieci anni) si ritrova al punto di partenza, almeno per quello che riguarda la terza palazzina. «La mancanza di opere di risanamento rendono attualmente non collaudabili e quindi non utilizzabili i primi 16 alloggi realizzati, mentre la risoluzione contrattuale - conclude la vicesindaca Salvati - ha bloccato i lavori e quindi la terza palazzina non può essere completata se non attraverso l'esperimento di una nuova gara con l'utilizzo delle economie di programma».

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