«Covid, non siamo ancora fuori, attenzione ai flussi in arrivo dall'estero
Vaccinazioni, c'è una soglia critica al di sopra della quale il virus rallenta»

Giovanni Sebastiani, matematico dell'Istituto per le applicazioni del calcolo “Mauro Picone” del Cnr-Iac
di Fabio Nucci
5 Minuti di Lettura
Martedì 26 Ottobre 2021, 13:01

PERUGIA - Non abbassare la guardia e insistere con le vaccinazioni. La ricetta contro il ritorno autunnale del virus sta anche nei numeri e nei modelli di Giovanni Sebastiani, matematico dell'Istituto per le applicazioni del calcolo “Mauro Picone” del Cnr-Iac. In Umbria l’incidenza in una settimana è risalita del 125% e la profilassi resta la barriera anche contro i rischi oggi rappresentati dai flussi in entrata dall’estero. Ricordando che tra i vaccinati le possibilità di contagio sono ridotte fino a 4 volte.

Come valuta la situazione epidemica in Italia e in Umbria in particolare in questo momento?

«A livello nazionale, sia la curva della percentuale dei positivi ai test molecolari che quella dell'incidenza dei positivi a entrambi i due tipi di test sono in crescita. In crescita anche quella degli ingressi giornalieri in terapia intensiva e, seppur debolmente, quella dei decessi giornalieri. Al momento l'incidenza nel nostro Paese è un 'ordine di grandezza più bassa di quella di quasi tutti gli Stati dell'Europa e siamo al terzultimo posto come valore di incidenza (rapportato alla popolazione). Dobbiamo comunque fare attenzione sia alla diffusione interna, ma in questa fase, anche e soprattutto ai flussi in entrate attraverso la frontiera. Ad esempio, parla da solo il fatto che la provincia con l'incidenza più alta al momento sia quella di Trieste (circa 150 casi a settimana per 100.000 abitanti) e che tutte le province friulane abbiano subito la scorsa settimana un aumento dell'incidenza maggiore del 40% rispetto a due settimane fa. Trend di crescita anche a livello regionale, dove le curve dell'incidenza di positivi totali sono in crescita in tutte le regioni eccetto che in Basilicata, Sardegna e Valle D'Aosta. Nell'Umbria l'incidenza nella settimana scorsa è stata di circa 50 casi a per 100.000 abitanti, con un aumento di circa il 125% rispetto a quella di due settimane fa. Le curve di occupazione dei reparti ordinari e in quelli di terapia intensiva in Umbria sono in stasi con oscillazioni attorno a circa il 5% entrambe. L'incidenza nella settimana scorsa (62 a Terni e 44  a Perugia) è aumentata rispetto a quella di due settimane fa di almeno il 40%».

Facendo riferimento ai suoi modelli matematici che relazione legge tra nuovi contagi e vaccinazioni?

«Analizzando i dati di incidenza di positivi e mortalità della settimana scorsa raccolti dall'ECDC, relativi ai 27 Stati dell'Unione Europea, ho scoperto che c'è una soglia critica per la copertura vaccinale. Infatti, 9 degli Stati con i 10 valori di incidenza più alti, hanno una copertura vaccinale inferiore al 65%, mentre dei 10 con i valori più bassi, 8 hanno una copertura vaccinale superiore al 65%. Evidenza ancora maggiore per i decessi; in tutti e 10 gli Stati con mortalità più alta la copertura vaccinale è inferiore al 65%, mentre in 9 dei 10 stati con mortalità più bassa la copertura è maggiore del 65%.

Questi risultati mostrano che una copertura vaccinale al di sotto del 65% sembra essere condizione necessaria per alta incidenza e mortalità, mentre essere al di sopra del 65% sembra essere necessario per avere bassa incidenza e mortalità. La sufficienza delle due condizioni non vale a causa della presenza di altri fattori».

In che misura le persone non coperte da neanche una dose condizionano l'andamento della curva epidemica in Italia e in Umbria in particolare?

«Non penso sia possibile quantificare questo con un grado di attendibilità accettabile. Molti sono i fattori e le variabili in gioco, in primis i comportamenti individuali, difficilmente descrivibili e soprattutto prevedibili. I dati comunque ci dicono che la stragrande maggioranza dei casi che richiedono ricoveri è relativo a persone non vaccinate. Questo è in linea con i risultati già noti sull'efficacia dei vaccini: riducono di un'ordine di grandezza la probabilità di malattia grave, o di ricovero in terapia intensiva, o di decesso e riducono di un fattore 3-4 quella di infettarsi. Quello di cui ci dobbiamo rendere conto è che, a livello generale, il rischio maggiore che corriamo in una situazione di alta incidenza è lo sviluppo di nuove varianti, resistenti ai vaccini già somministrati e/o più aggressive».

I numeri aiutano a capire molti fenomeni e lei su questo ha anche pubblicato un libro, di che si tratta?

«Il libro, di tipo divulgativo, è intitolato "24 ore con un matematico" (Piemme-Mondadori) ed è uscito la settimana scorsa. E' destinato a un pubblico di non addetti ai lavori, e con un linguaggio semplice, ripercorrendo una giornata qualsiasi della nostra vita, metto in luce tutta la matematica che c'è dietro ciò che ci appare scontato, da una ricerca su Google, alle misure di sicurezza di accesso ai nostri device, alla possibilità di fare una TAC. In questo modo spero di far comprendere al lettore quanto sia più importante, nella nostra epoca, dotarsi di strumenti matematici, e quanto ci si possa appassionare alle materie scientifiche, avvicinandosi ad esse senza preconcetti e paure. Nel libro sottolineo anche il legame che mi appare chiaro tra matematica e arte: penso che la matematica sia nata dalle esigenze del mondo materiale, ma anche, come l'arte, dal nostro bisogno di ideale, bellezza e universalità».

Ha previsto collaborazione anche con le scuole per diffondere questo messaggio?

«Certamente, uno degli obiettivi del libro che considero tra i più importanti è quello di far appassionare i ragazzi (il nostro futuro) alla matematica. Per ora ho preso accordi con due licei, uno di Roma e uno dell'Aquila, ma il progetto è quello di collaborare col maggior numero possibile di istituti, nelle diverse regioni del nostro Paese. Mi auguro che tra esse ci sarà anche quella che rappresenta il cuore verde d'Italia: l'Umbria».

© RIPRODUZIONE RISERVATA