«Bimba violentata,
paese sconvolto»
Parla il sindaco

Polizia postale
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Lunedì 10 Febbraio 2020, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 13:08
«C'è grande sgomento, sia in noi rappresentanti delle istituzioni che in tutta la comunità. Da due giorni purtroppo ci stiamo ponendo questa domanda: Come è possibile che nessuno si sia reso conto di quello che stava accadendo in questa piccola frazione del nostro comune? L'unica risposta plausibile è che forse certe vicende riescono a restare nascoste tra le mura domestiche senza trasmettere alcun segnale all'esterno». A parlare è il sindaco del comune dell'orvietano dove vive la mamma 38enne finita in carcere con la pesantissima accusa di aver abusato della figlia in tenera età. Le immagini della piccola, sottoposta a violenza, fotografata e ripresa con lo smartphone dalla madre e dal padre, un artigiano grossetano di 41 anni, anche lui in cella, sono state messe in pasto al web. Grazie a gruppi Telegram e Whatsapp, quei fotogrammi da far accapponare la pelle potrebbero aver fatto il giro del mondo. Al vaglio degli investigatori altri file che sono stati sequestrati all'uomo, che era ai domiciliari dopo una condanna per diffusione di materiali pedopornografico inflitta nel novembre scorso, dopo l'arresto di venerdì. Le delicate indagini potrebbero consentire di individuare altre piccole vittime innocenti di una perversione che ha tra i protagonisti un uomo che non ha mai vissuto con la figlia e la madre di lei. E che ha già due condanne per pedopornografia. La donna, prelevata dalla sua casa dell'orvietano, da venerdì è rinchiusa in una cella del carcere di Capanne, dove nelle prossime ore sarà interrogata dal gip di Firenze, Agnese Di Girolamo. Quello che lascia sgomenti è che questa terribile vicenda, che per la sua crudezza è così difficile da accettare, è avvenuta in una famiglia che non aveva mai dato segnali di disagio. Né economico, né sociale in senso stretto o relazionale. «Davvero non c'erano segnali oggettivi da poter prendere in considerazione - aggiunge il sindaco. Anche ieri ho scambiato alcune considerazioni con i cittadini, tutti mi dicono di non aver mai percepito situazioni di disagio». Il luogo di residenza della donna è una realtà piccola ma molto dinamica, dove operano tante associazioni, dove la cultura della socialità è insita nel dna di chi ci vive. Dopo l'arresto della madre la piccola è stata affidata ai servizi sociali e trasferita in una località protetta. «Ora è al sicuro e riceve tutte le cure e le attenzioni. Faremo di tutto per restituirle una vita normale» dice la dirigente della polizia postale e delle comunicazioni della Toscana, Barbara Stoppato, che ha coordinato le indagini. In queste ore il sindaco si confronterà con i servizi sociali e l'autorità giudiziaria per avere contezza della situazione e capire come gestire questa terribile vicenda.
 
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