PERUGIA - «Guardi, io adesso non saprei dirle chi fosse e chi non fosse. Ma posso assicurarle che per me c’era una specie di schema. Qualche pratica veniva bocciata anche per due-tre volte consecutive finché, improvvisamente, i toni si facevano più morbidi ed emergeva che “possiamo trovare una soluzione per risolvere velocemente le cose”...».
Dopo la “bomba” dell’arresto del dipendente dell’ex ufficio del Catasto e di altri 17 indagati con le accuse a vario titolo di corruzione, induzione alla corruzione e accesso abusivo a un sistema telematico o informatico, tra i professionisti del settore c’è un inevitabile gran parlare. Professionisti e privati cittadini che hanno avuto a che fare una o più volte con visure o modifiche catastali, per un terreno o un immobile da sistemare normativamente e che hanno dovuto fare i conti con i vincoli della burocrazia.
Uno schermo, a sentire la testimonianza di uno di loro. Che una volta appreso dell’indagine condotta d agli investigatori del Nucleo economico finanziario del comando provinciale della guardia di finanza (diretto da Antonella Casazza) coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, non mostra di stupirsi più di tanto. «No - conferma - non sono molto stupito dal momento che era da tempo che io e altri colleghi notavamo certe situazioni».
Accuse pesanti, ovviamente ancora tutte da dimostrare. Con gli indagati che avranno tutta la possibilità di chiarire la correttezza del proprio operato. A cominciare da lunedì, con i primi interrogatori.