Marchetti, donna veloce invidiata dai maschi
«Vorrei la ribalta solo per i successi»

Marchetti, donna veloce invidiata dai maschi «Vorrei la ribalta solo per i successi»
di Ugo Baldi
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Mercoledì 5 Marzo 2014, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 16:11
L’hanno chiamata in tanti, ieri mattina, Federmotociclismo compresa. Appena letta la notizia della “discriminazione” subita da Letizia Marchetti, che si è vista negare l’iscrizione ad una gara di moto perché troppo brava rispetto ai maschi, il tam-tam mediatico, e non solo, è stato immediato. «Avrei voluto che l’interesse fosse nato per altri motivi, magari per i miei successi sulla pista o per la mia passione per le corse in motocicletta», spiega Letizia, trent’anni, un fisico da modella (che per qualche tempo è stata anche una professione per lei) e una bravura fuori dal comune a guidare una moto. «Devo però dire che gli attestati di stima e solidarietà mi hanno fatto piacere. Tanti piloti, maschi e donne, tanti organizzatori di gare ma anche tifosi mi hanno chiamato e questo è bastato per farmi superare l’amarezza per quel rifiuto».



IL RIFIUTO

Dopo il rifiuto ricevuto dagli organizzatori ternani della Bwm Cup, è subito arrivato un altro invito, dalla Master Cup. «Lì, nessuno si è fatto tanti problemi per la mia presenza», rivela Letizia, nata a Rignano Flaminio ma oggi residente a Civita Castellana in provincia di Viterbo, dove lavora come insegnante di fitness. «Correre mi porta via parecchio tempo, perché non ci sono soltanto le gare, ma anche la preparazione da curare nei minimi dettagli. Ma l’aiuto del mio team mi consente di conciliare le moto sia con il lavoro che con la famiglia».



DIECI ANNI DI VITTORIE

Le prime esperienze in campo motociclistico, per Letizia arrivano esattamente dieci anni fa, quando inizia a gareggiare con una Yamaha R1 del fidanzato David, oggi diventato suo marito. «I risultati sono subito arrivati e intorno a me si è accesa la curiosità, cresciuta una volta che mi sono confrontata con i maschi. E dire che prima di allora non avevo mai guidato alcun mezzo a due ruote perchè credevo fosse difficile riuscire a trovare la giusta coordinazione». I suoi successi, evidenziati in modo esponenziale dal no ricevuto lunedì scorso dagli organizzatori di Terni («Non puoi correre perché sei troppo brava e i piloti maschi non parteciperebbero») diventano record nel 2008, quando Letizia è la prima donna a vincere una gara del campionato classe 1000 Sbk, in sella ad una Ducati ufficiale. Lo scorso anno, poi, è stata anche la prima ad aver vinto un National Trophy mettendo in riga trentaquattro avversari uomini.



DANZA E PALESTRA

E pensare che da piccola Letizia non aveva mai immaginato di poter correre su una moto. «Il sogno più grande della mia mamma era di vedermi fare la ballerina. Ho studiato danza, ma crescendo ho scoperto che mi piaceva insegnare, per questo sono diventata istruttrice di fitness. Fare il pilota? Mai l’avrei immaginato». Una professione iniziata con qualche difficoltà e parecchio scetticismo. «I maschietti erano più smaliziati di me, e in pista mi vedevano come un agnellino che sta per essere sbranato in un recinto di leoni. In molti mi dicevano di continuare a correre con le donne perché il livello dei ragazzi, era troppo alto per me. Ma hanno avuto tutti torto». Abbattuta una frontiera, Letizia sarebbe felice di avere delle ”seguaci”. «Alle ragazze consiglio di provarci; almeno una volta, senza paura. Vedrete che poi i maschietti avranno più rispetto e stima di voi». E forse anche un po’ di paura. Sportiva, naturalmente.



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