In un Santiago Bernabeu baciato dal sole e pieno fino all'orlo, il Real Madrid ha sfarinato il piccolo Granada, rifilandogli la bellezza di nove (sì, nove) gol (9-1).
Una mattinata di Pasqua indimenticabile, non c'è che dire. A trascinare letteralmente la squadra di Carlo Ancelotti ha provveduto Cristiano Ronaldo, prodigioso nell'aver firmato una cinquina capace di meravigliare perfino gli indifferenti. Quattro sigilli in 54' minuti, e il quinto nel finale: da Pallone d'oro campione del mondo. Sbloccata dalla rete di Bale, la partita si è allineata subito al dettato tattico del Madrid, confermatosi così secondo nella Liga con 67 punti.
Come facilmente immaginabile, il Granada ha saputo opporre soltanto una flebile resistenza: si ricordano giusto una traversa colta piena da El Arabi e un vano gol di Ibanez. Ma va detto che il Madrid ha meritato il successo sotto ogni profilo: fluida la trama, fantasiosa la mente, veloci le gambe. È affiorato sulla superficie soprattutto il desiderio madridista di passare una mano di vernice sulla sconfitta patita due
settimane fa nel Clasico. È chiaro però che lo sfrecciare di Cristiano sia inevitabilmente condizionante, tanto in senso positivo quanto sul piano negativo.
Non si spiega altrimenti la recente flessione del Madrid collimata con un periodo di leggero appannamento del suo fuoriclasse, planato ora a quota 36 gol soltanto in campionato. Nella ripresa una doppietta di Benzema e un'autorete di Mainz hanno archiviato una giornata storica.
Non si spiega altrimenti la recente flessione del Madrid collimata con un periodo di leggero appannamento del suo fuoriclasse, planato ora a quota 36 gol soltanto in campionato. Nella ripresa una doppietta di Benzema e un'autorete di Mainz hanno archiviato una giornata storica.