Considerando che tra sei giorni comincerà la nuova Premier, è chiaro che la sfida di oggi abbia il carattere e la forma di un’anticipazione credibile. Perché, ora, la domanda che volteggia sugli stadi inglesi è una sola: ma, quest’anno, il Leicester che cosa combinerà? La strada è ancora lunga, ed è facile immaginare un andare denso di sorprese. È vero però che, dopo aver vissuto un’annata di pura transizione, i club di prima fascia (e quindi la Premier in sé) hanno posato le basi per un futuro solido, forse meno incline (o rassegnato) a raccontare favole, di sicuro più spettacolare. Del resto nessun altro torneo può squadernare un catalogo colmo di eccellenze, paragonabile a quello che ora si diletta a sfoggiare il campionato inglese. Mourinho, Conte, Guardiola, Klopp, Wenger: ed è solo un accenno agli allenatori.
Per cui, probabilmente, il pomeriggio di Wembley sarà la cornice di un cerchio concentrico di sfide. Uno dentro l’altro. «Ripartiamo dalla salvezza, poi si vedrà. Io voglio il massimo», ha sussurrato Ranieri. E poi non va dimenticato il bruciante desiderio di rivincite che Mourinho cova da mesi. Da campione, del resto, ha subìto l’umiliazione di essere esonerato dal «suo» Chelsea dopo aver rimediato una sconfitta contro il Leicester di Ranieri... Al solito, Mou ha anche acceso le polemiche con Klopp, Wenger e perfino Cristiano Ronaldo. «Ho sentito già due colleghi parlare dello United. Non è etico. Ronaldo? Il suo apporto nella finale degli Europei è stato nullo». Immediata la replica del fuoriclasse, che su Instagram ha pubblicato una foto dei festeggiamenti e tre paroline: «Giusto un ricordino». Per avere un’idea del clima, infine, basta leggersi due frasette da nulla di Ibrahimovic, sussurrate tra sé alla vigilia. «Non sono venuto qui per perdere tempo. Ma per vincere». Sì, il calcio vero è tornato.
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