Roma, Florenzi: cambiando ruolo il risultato cambia

Roma, Florenzi: cambiando ruolo il risultato cambia
di Alessandro Angeloni
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Domenica 2 Ottobre 2016, 23:12 - Ultimo aggiornamento: 23:14
Come diceva quella regola matematica? Come si chiamava, proprietà commutativa? Cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia. Nel calcio non vale: cambiando il ruolo a Florenzi, il risultato cambia. Eccome. Il terzino, come prima regola, deve saper difendere; l'attaccante o il centrocampista offensivo/trequartista, come prima regola, deve saper attaccare. Florenzi, là davanti, è un altro calciatore. Mai in difficoltà, sempre pungente. E questo non vuol dire che in quella posizione dietro a Dzeko non debba difendere, anzi, ma deve farlo avendo alle spalle una squadra intera che lo protegge. Diciamo con una rete sotto che, se cadi, ti sostiene. Perché attaccare i mediani significa difendere, questo è chiaro: lui attacca e va, interrompe l'azione e deve fare venti metri per arrivare in porta, non settanta. Garcia ci aveva visto lungo: Ale è un attaccante, disse e così ce lo ha fatto vedere. Risultati ottimi, fin quando non è stato costretto a farlo giocare terzino, con risultati alterni, invece. Spalletti è stato una via di mezzo: ha fatto capire che là dietro era un calciatore a metà, ma pure lui si è dovuto adattare alle esigenze e scelte di mercato, spesso incomprensibili. Quest'anno con Peres a disposizione si è inventato i due terzini ali: lui e Florenzi, appunto, spostando di ruolo entrambi. Squadra squilibrata, esterni bassi in difficoltà. Quindi, il ravvedimento: contro l'Inter Juan Jesus esterno a sinistra e Florenzi alto, con Peres a fare l'esterno basso alla brasiliana. Normalità (a parte Juan Jesus che è un centrale, ma almeno dà maggiore equilibrio). Che non si torni indietro. O che almeno non ci sia la necessità di farlo. Sarebbe un danno per tutti. Florenzi ci piace così, lì, non là.   
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