Immobile: la crisi del gol è più azzurra che biancazzurra

Immobile: la crisi del gol è più azzurra che biancazzurra
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 19 Novembre 2018, 07:30
Arabia Saudita a parte (2-1, esordio della Nazionale firmata Mancini), nelle successive sette partite disputate, gli azzurri non hanno mai segnato più di un gol: uno con la Francia (Bonucci), uno con l’Olanda (Zaza), uno con la Polonia (Jorginho, rigore), zero con il Portogallo a Lisbona, uno con l’Ucraina (Bernardeschi), uno con la Polonia (Biraghi a Chorzow) e zero l’altra a San Siro con il Portogallo.

SETTE PIÙ
Quindi sette gol con marcatori diversi, quattro sono stati firmati da attaccanti. Quattro su diciassette punte convocate da Mancini. Tutto chiaro: non esiste ancora un riferimento offensivo. Mancini ha provato con Balotelli, con Belotti, poi con Immobile. Ha scelto il tridente di movimento, con Insigne o Bernardeschi falsi nove, con Chiesa sulla fascia, alla Ciccio Graziani in versione Roma. Altro dato a disposizione: le due partite nelle quali l’Italia non è riuscita a segnare, ovvero le due con il Portogallo, Mancini ha deciso di giocarle con Immobile. In Portogallo, Ciro era in coppia con Zaza, sabato scorso era il centrale del tridente completato da Insigne e Chiesa. Eppure Mancini pesca tra calciatori che in campionato, comandano sotto porta. Immobile è stato addirittura il capocannoniere del passato campionato. Oggi il laziale ha segnato otto reti (sette in Nazionale), solo una in meno dell’attuale re dei bomber, Piatek; Insigne è a quota sette. I primi sei nella classifica dei cannonieri sono quattro stranieri e due italiani, appunto Ciro e Lorenzo. Dici: si rinunci a loro e se ne provino altri. Ma chi? Belotti viene da un periodo di down, Bernardeschi non è un bomber. Tra i già azzurrati, forse Berardi poteva essere provato in più, oppure bisognerà aggrapparsi al solito Balotelli. Le big del campionato puntano sullo straniero, questo non aiuta l’Italia, ma è un vecchio discorso.

BOMBER’S LIST
Completano la lista di quelli già convocati e che abbiamo visto pochissimo o niente, i vari Caprari, Cutrone, Giovinco, Grifo, Pavoletti, Politano, Verdi e Pellegri. Mancio proverà di più l’attaccante del Milan e se gli infortuni lo lasceranno in pace anche Pellegri. Per il resto non c’è granché. Mancini è convinto che sia solo una questione di occasioni. Forse ha ragione. O forse bisognerà solo aspettare che rinasca un altro PippInzaghi.
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