Senza l'assistenza gli arbitri mettono a nudo i propri errori

L'arbitro Di Bello durante Roma-Genoa
di Roberto Avantaggiato
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Lunedì 17 Dicembre 2018, 12:06

Aspettando febbraio, che segnerà l'arrivo della Var in Champions (di cui se ne sente sempre di più il bisogno viste le ultime gare internazionali), l'Italia continua ad avere una forte contraddizione sull'uso della tecnologia a supporto dell'arbitro. Una contraddizione dovuta al famoso (o sarebbe più giusto dire famigerato) protocollo, che continua a generare grande confusione e ad alimentare polemiche. Che, sabato e ieri sera, hanno alimentato le polemiche di Mazzarri, un uomo di panchina molto avverso alla classe arbitrale, e di Prandelli, che appena tornato nel nostro campionato ha saggiato i problemi del Var. Entrambi, ieri hanno avuto avuto ragione a protestare per la mancata concessione dei calci di rigore in Toro-Juve e Roma-Genoa. Il primo è fallo di Alex Sandro su Zaza (lo juventino tira giù per un braccio l'attaccante granata), la seconda infrazione l'ha commessa Florenzi (spinta da dietro a Pasndev in elevazione) ma tutti e due rappresentano errori degli arbitri Guida e Di Bello, due internazionali e non dei Var Mazzoleni e Chiffi. Il motivo? Il solito: il protocollo dice chiaro ed evidente e questo lascia lasciano spazio solo per interventi sul fuorigioco (e qui la Var ha praticamente annullato ogni tipo di contestazione o errore: e scusate se è poco) e sui falli di mano (non a caso Mazzoleni ha invitato Guida a fischiare il rigore del successo bianconero) e non su contatti che restano nella valutazione esclusiva del direttore di gara centrale. Anche ieri sera, all'Olimpico di Roma caso analogo: Florenzi spinge da dietro Pandev appoggiandogli due mani sulla schiena. Rigorino che Chiffi non può valutare perché la discrezionalità dell'arbitro non può essere messa in discussione. Anche da Frosinone il Var Pasqua non può intervenire su un contatto tra Lirola e Pinamonti, in seguito al quale i padroni di casa hanno chiesto ad Abbattista la concessione del calcio di rigore. Sui fuorigioco, invece, sia a Firenze che a Roma, la Var evita degli errori grazie, anche se all'Olimpico per scavare il fuorigioco di rientro di Piatek ci sono voluti due minuti. A questo punto, sembra chiaro che per non far restare i direttori di gara nudi davanti ai propri errori, in attesa della prossima stagione, servirà usare il buonsenso, come quello di Rocchi e Irrati in Roma-Samp che però è stato poco apprezzato dai burocrati dell'Aia.

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