Colosseum-Formia, la semifinale non è... finita. Un ex arbitro: «C'è stato errore tecnico»

Le proteste dei giocatori del Formia 1905 nei confronti dell'aarbitro
di Andrea Gionti
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Mercoledì 30 Marzo 2016, 18:56
A distanza di una settimana non si placano le polemiche in merito alla decisione dell’arbitro Dario Di Francesco di Ostia, che ha sospeso al 42’ della ripresa (5’ di recupero erano stati inoltre comunicati alle due panchine) la semifinale di ritorno della Coppa Italia di Promozione tra il Real Colosseum e il Formia 1905 per intemperanze della tifoseria tirrenica. Quello andata in scena mercoledì corso al Centro Sportivo Certosa di Roma sta assumendo sempre più i contorni di un vero e proprio "caso", che è in attesa di sviluppi per il ricorso presentato dal club tirrenico presieduto da Alberto Rossini e sul quale ancora non si è espresso il giudice sportivo.
Un ricorso che si poggia su alcune inadempienze dell'arbitro, il quale, con alcuni accorgimenti tecnici, avrebbe potuto condurre al termine la gara, fino a quel momento ancorata sullo zero a zero. La tesi sostenuta dal Formia 1905 nel suo ricorso, trova sponda nel parere di un ex arbitro e guardalinee, Gianluca Caredda, che vanta ben 10 anni di carriera arbitrale, vissuta tra Eccellenza e Promozione. «Situazioni simili a quelli di Duca di Ciampino ne ho vissute continuamente», commenta Caredda, intervenuto sul profilo ufficiale del Formia 1905 con riferimento agli insulti, al lancio di oggetti e di sputi di cui sarebbe stato fatto bersaglio l'assistente Di Duca di Ciampino.
«Condannando ogni forma di aggressione, verbale o fisica, a mio modesto parere, la situazione del Certosa non era talmente grave da prevedere l’interruzione della gara. Viste anche le immagini tv, non si evince un caso di estrema gravità che consenta all’arbitro di decidere di sospendere la gara. Oltretutto, prima di arrivare a questa scelta estrema, dovrebbe mettere in atto tutte le scelte che da regolamento ha a disposizione. Personalmente posso testimoniare di aver vissuto da guardalinee situazioni davvero molto più gravi, ma non ho mai richiamato l’attenzione dell’arbitro. Stiamo parlando di terne arbitrali di una fascia abbastanza alta, visto che sono designate per eventi così importanti, ed è veramente sconcertante che in quella situazione, sicuramente di intemperanza dei tifosi del Formia, ma altrettanto contenuta nei limiti del tifo acceso, una terna del genere vada nel panico totale. Non oso immaginare cosa avrebbero fatto in un ambiente molto più caldo».
Una delle soluzioni adottabili, secondo Caredda, poteva essere il cambio di assistenti di linea. «Se un assistente non si trova nelle condizioni psicofisiche per poter continuare sulla sua metà campo di competenza può e dev'essere sostituito col suo compagno di designazione», ricorda ancora Caredda. «Inoltre, in casi estremi entrambi possono essere sostituiti con i dirigenti delle due società. E visto che mancavano solo 3 minuti al termine più recupero, sarebbe stata la scelta più saggia».
L’arbitro Di Francesco ha comunque messo in atto alcuni accorgimenti, come l'aver convocato i capitani per spiegare loro la situazione e manifestare le possibili conseguenze. «L’aver richiamato più volte il capitano del Formia per far calmare i tifosi è soltanto il primo di una serie di opportunità che il regolamento prevede», sottoline ancora Caredda. «Ma aver fatto solo quello non basta, soprattutto per un arbitro di quella fascia. Per me c'è stato un errore tecnico, con le conseguenze che questo comporta, tra le quali c'è anche la ripetizione della gara».
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