Città della Scienza, a caccia di archi-star,
a giugno sarà scelto il progetto vincitore

Città della Scienza, a caccia di archi-star, a giugno sarà scelto il progetto vincitore
di Laura Larcan
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Gennaio 2015, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 20:03
Che Roma avrà la sua Città della Scienza al quartiere Flaminio nell’area delle ex caserme di via Guido Reni, è un dato sicuro. Quanto ai tempi, però, c’è meno sicurezza. Lo ammette persino l’assessore capitolino all’Urbanistica Giovanni Caudo quando risponde a chi gli chiede una data almeno per la posa della prima pietra: «Non lo so». Ma la novità per questo progetto di cui si parla, forse, da vent’anni, è la pubblicazione del bando per il concorso internazionale (aperto il 23 dicembre scorso e prossimo alla chiusura per il 26 febbraio) che punta alla progettazione urbana di un’area di ben 5,1 ettari, sui quali si prevede di edificare 72mila metri quadri di nuovi edifici, che andranno a sostituire i vecchi padiglioni dei primi anni del ’900 (tutti reperti di archeologia industriale).



Di questi, il solo “blocco” architettonico della Città della Scienza si svilupperà a più piani su 27mila metri quadrati, insistendo su un’area di 10mila («praticamente sarà grande quanto il Maxxi di Zaha Hadid», dicono i consulenti). Il resto del “quartiere” prevede la realizzazione di alloggi sociali per 6mila metri quadri, residenze private per 29mila metri quadri, spazi commerciali («ma non un centro commerciale» precisano) per 5mila metri quadri, un albergo da 5mila metri quadri e attrezzature pubbliche.



L’operazione nasce in seno al protocollo (firmato ad ottobre 2013) tra Comune e Cassa depositi e prestiti investimenti Sgr, che è proprietaria dell’area e che investirà 90milioni di euro (pari a 2mila euro a metro quadro) per la costruzione degli spazi privati. Un intervento che genererà 43 milioni di euro di contributo straordinario, a carico del privato, che servirà però al Campidoglio per costruire la Città della Scienza.



Cosa sarà? Sulla carta si parla di un «hub scientifico di rilevanza internazionale» con 8mila mq di spazi espositivi, sale per l'attività e la ricerca. La procedura è, dunque, partita. Salutata da pareri discordanti, come è emerso ieri nel corso dell’affollata conferenza stampa gremita di architetti e residenti. Per il presidente del II Municipio Giuseppe Gerace il concorso «presenta comunque caratteri fortemente innovativi rispetto a quelli sin qui banditi in Italia».

Per il 6 marzo si attendono i sei progetti finalisti, che avranno poi tempo fino al 16 giugno per elaborare i loro masterplan, che sfileranno in una mostra. Il vincitore sarà nominato il 23 giugno.



A quel punto il progetto dovrà essere approvato dal Consiglio comunale per passare alla fase esecutiva. Dettaglio non da poco, i sei finalisti dovranno elaborare il loro masterplan tenendo conto anche del documento elaborato nel 2014 dai comitati di residenti del II Municipio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA