Il tema conduttore della mostra è la Galleria Borghese quale scena privilegiata della scultura di Gian Lorenzo Bernini: il cardinale Scipione, suo primo committente, lo volle autore di gruppi marmorei autonomi, per dare “figura di immaginazione” allo spazio di ogni stanza; il successivo committente, papa Urbano VIII Barberini, lo volle scultore integrato in una costruzione globale dello spazio, che fosse architettura ma al contempo comprendesse dentro di sé luce, colore, figurazione, illusioni dimensionali e proporzionali.
La mostra mette l’accento sul Bernini scultore di statue che si misura direttamente con il marmo, partendo dalle opere eseguite in collaborazione con il padre Pietro, fino agli ultimi marmi toccati dal suo scalpello. Tuttavia, una serie di approfondimenti tematici dedicati ad aspetti specifici della sua produzione (la pittura, i putti, i restauri, la realizzazione di un’opera dal disegno, la terracotta, il marmo), consentono di tratteggiare un ritratto di Bernini “a tutto tondo”, inarrivabile virtuoso dello scalpello ma anche del pennello.
La mostra è articolata in otto sezioni – L’apprendistato con Pietro; La giovinezza e la nascita di un genere: i putti; I gruppi borghesiani; Il restauro dell’antico; I busti; La pittura; Bernini e Luigi XIV; Il mestiere di scultore: i bozzetti – cui si affianca la straordinaria scultura della Santa Bibiana, restaurata in occasione della mostra e che costituisce un caso a sé.
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