Palazzo Chiablese di Torino presenta la grande opera di Henri Matisse

Palazzo Chiablese di Torino presenta la grande opera di Henri Matisse
di Maria Pia Bruno
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Giovedì 7 Gennaio 2016, 15:01 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 16:52

E’ una passione nata dalla malattia quella di Henri Matisse, che, costretto a una lunga degenza di due anni a causa di una appendicite, un po’ come Frida Kahlo dopo l'incidente in bus, scopre il meraviglioso mondo della pittura e si lascia alla spalle la carriera forense, che avrebbe emancipato la sua borghese e provinciale famiglia. Classe 1869, “ansioso e follemente ansioso” - come lo descrive un suo amico divisionista -, sempre pronto a dir la sua in materia di arte, di cubismo, e a portare avanti il suo fauvismo, Matisse, anno dopo anno, elabora uno stile così all’avanguardia da anticipare l’espressionismo astratto newyorchese del pieno Novecento e conclude la sua vita nella malattia: si chiude così il cerchio del suo genio. Acchiappa visitatori per eccellenza, ai livelli di Van Gogh, Picasso, Renoir e ad altri membri della combriccola dei grandi pennelli, è ora protagonista della mostra torinese Matisse e il suo tempo, che resterà aperta fino al 15 maggio 2016 nella cornice di Palazzo Chiablese.
 



Con 50 opere di Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger, la retrospettiva riunisce opere provenienti dal Centre Pompidou e racconta il percorso dell'artista attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con altri pittori. Al Centre Pompidou appartiene anche la curatrice, Cécile Debray, che ha tracciato una linea ben definita riguardo le tematiche da scoprire: le opere eseguite nell’atelier di Gustave Moreau, gli esperimenti fauves, le riflessioni sul cubismo piacciano, gli anni di Nizza e il ritorno al classicismo degli anni ’20, le odalische, l’onirismo respirato grazie al surrealismo, la natura morta, il modernismo, il guazzo. L’occasione è buona per gustare da vicino alcune belle composizioni di questo estroso pittore amante delle belle donne, come Icaro (della serie Jazz del 1947), Grande interno rosso (1948), e Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946).