La creatività di Juan Carlos Alom, Tania Bruguera, Maria Magdalena Campos-Pons, Javier Castro, Celia-Yunior, Susana Pilar Delahante Matienzo, Ángel Delgado, Humberto Díaz, tanto per citarne alcuni, guida lo spettatore verso la comprensione dell’identità condivisa cubana: tatuare significa lasciare un segno indelebile sull’epidermide; quel segno lo incarnano gli artisti con le loro opere, le quali raccontano di stereotipi culturali, di bisogni primari, e del desiderio di far valere la propria identità sulla scena artistica internazionale. Con questo progetto la sede milanese continua la ricerca avviata lo scorso anno che si propone di realizzare una matura esplorazione dei continenti attraverso l’arte contemporanea: dalla mostra collettiva sull’arte in Cina (2015) si arriva adesso al focus sull’arte a Cuba (2016). Nei prossimi anni verremo guidati in Africa (2017) e in Brasile (2018).
La mostra del PAC non si conclude all’interno della principale sede espositiva, ma si estende alla città di Milano con un’installazione site-specific dell’artista Eduardo Ponjuán al MUDEC Museo delle Culture di Milano. Per festeggiare l’apertura della mostra, il PAC dedicherà le prime due settimane di apertura – da martedì 5 a martedì 19 luglio - alle nuove performances di tre giovani artisti cubani, Susana Pilar Delahante Matienzo, Carlos Martiel, e Grethell Rasúa, oltre ad una serie di eventi e approfondimenti che coinvolgeranno gli artisti in mostra.
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