Boom del cinema francese all'estero
"La varietà è il nostro segreto"

Isabelle Giordano, direttrice generale di Unifrance
di Gloria Satta
2 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Gennaio 2015, 17:20 - Ultimo aggiornamento: 17:21
Novantuno milioni di spettatori nel mondo intero: per il cinema francese all’estero il 2014 è stato un anno d’oro, che ha registrato il 149 per cento in più di biglietti venduti rispetto al 2013. I film esportati sono stati 520 e di questi 14 hanno avuto oltre un milione di spettatori (nel 2013 erano 10). Il boom si è avuto in Cina, con più di 17 milioni di spettatori per gli otto film francesi distribuiti. Erano vent’anni che il cinema francese all’estero non registrava dei risultati tanto soddisfacenti. Nel corso dell’annuale Rendez-vous organizzato da Unifrance a Parigi, ne parliamo con Isabelle Giordano, da due anni direttrice generale della potente organizzazione incaricata di promuovere il cinema francese fuori dai confini.

Qual è il segreto per piacere al pubblico del mondo intero?

“L’originalità e la varietà dei temi: i nostri film parlano d’amore ma anche di razzismo, di handicap e hanno una certa impertinenza”.

Quest’anno avete incontrato degli ostacoli particolari?

“La pirateria, il vero nemico del cinema. Per sconfiggerlo e far tornare gli spettatori nelle sale dobbiamo studiare strategie comuni con gli altri Paesi europei”.

E in Italia com’è andata?

“Molto bene, siamo contentissimi che nel vostro Paese esistano sia un pubblico sia dei distributori affezionati al cinema francese. Consideriamo più che mai importante il mercato italiano e ci aspettiamo il successo dei prossimi nostri film che usciranno da voi, come La famiglia Bélier”.

Promuoverete delle iniziative in Italia?

“Ad aprile organizzeremo a Roma il consueto Rendez-vous, la vetrina dei nuovi film francesi, e avremo Fanny Ardant come madrina. E organizzeremo un incontro europeo che avrà come tema le coproduzioni”.

Il cinema francese ha messo un tetto ai compensi delle star: che ne pensa?

“Il tetto si applica solo nel caso in cui il produttore chieda il contributo dello Stato. Lo trovo giusto. E non è detto che tutti i film debbano avere il finanziamento pubblico”.

Che ruolo ha il cinema italiano in Francia?

“E’ molto amato, purtroppo viene ancora distribuito in poche sale”.

Qual è il territorio nel quale vi impegnerete prossimamente?

“L’Africa, con i suoi numerosi Paesi francofoni, è la nostra prossima sfida. Nel 2016 cominceremo con l’organizzare un festival Unifrance a Marrakech e in altre otto città del Marocco”.

La vostra più grande difficoltà?

“Convincere le star ad accompagnare i film francesi all’estero. Finché si tratta di New York, corrono tutte. Ma convincerle a fare promozione nelle città europee è sempre un grande sforzo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA