Dubai, missione possibile:
viaggio nella terra dei record

Dubai, missione possibile: viaggio nella terra dei record
di Gloria Satta
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Venerdì 27 Dicembre 2013, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 17:53
DUBAI - Cento chilometri di fuochi d’artificio. Lanciati dal Burj Khalifa, il grattacielo pi alto del mondo, dall’isola Palm Jumeirah e lungo tutta la costa, esploderanno nel cielo di Dubai la notte del 31 dicembre per salutare l’anno nuovo, festeggiare la città che si è aggiudicata l’Expo 2020 e battere tutti i record: mai nella storia uno spettacolo pirotecnico si è sviluppato su un’area tanto estesa.



ALBERGHI A 8 STELLE

Record: è la parola chiave per capire Dubai, una realtà impegnata nella competizione permanente con il resto del mondo e con se stessa. Già all’aeroporto te ne rendi conto: decine di cartelli avvertono che Burj Khalifa, con i suoi 828 metri, è alto «il doppio dell’Empire State Bulding». L’Expo 2020, strappata a concorrenti blasonate come Ekaterinburg, Smirne e San Paolo del Brasile, rappresenta ora la nuova sfida per la città e l’Emirato che pare aver archiviato la crisi degli anni scorsi.

Per affrontare l’evento, che tra sei anni porterà a Dubai 25 milioni di visitatori e creerà 277mila nuovi posti di lavoro, verranno investiti sei miliardi di euro in infrastrutture. Le gru sono già al lavoro, i cantieri spuntano dovunque: sulla spiaggia davanti al Burj Al Arab, l’albergo a forma di vela che è il simbolo della città e con le sue otto stelle l’emblema del lusso estremo, in città, all’aeroporto, ai margini del deserto. I lavori non si fermano né di notte né nei giorni di festa. E non soltanto per attrezzare l’area di 438 ettari a Jebel Ali, equidistante dai principali aeroporti del Paese, in cui si svolgerà l’Expo. Ma anche per costruire abitazioni, hotel, centri commerciali, strade. Nella prima metà dell’anno sono stati presentati progetti per 40 miliardi di euro e negli ultimi mesi il mercato immobiliare è cresciuto del 22 per cento.

Dietro la sfida dell’Expo c’è una donna bella e agguerritissima: il ministro Reem Al Hashemi che per mesi ha perorato a livello internazionale la causa di Dubai battendo le città rivali. «Organizzeremo un evento memorabile in nome della sostenibilità, del potenziamento dei trasporti e delle nuove opportunità di sviluppo», ha annunciato.



METRÒ COL WI-FI



Trasporti significa innanzitutto metropolitana. A Dubai, una città percorsa da autostrade a dodici corsie dove la Polizia viaggia in Lamborghini, è già una realtà avveniristica: esistono due linee, 47 stazioni dal design sofisticato, aria condizionata e wi-fi in tutti i vagoni (anche di prima classe) che sfrecciano su un viadotto a cielo aperto. Nasceranno altre tre linee fino a raggiungere i 318 chilometri. Senza conducente, perfino prima dell’ampliamento risulta essere il percorso ferroviario automatico più lungo del mondo.

Mentre si costruisce il mega centro commerciale di Dubailand, cultura e spettacolo vivono stagioni effervescenti a base di concerti, mostre, dj session, sfilate di moda. E feste: a Capodanno, sono quaranta le più esclusive. Anche il cinema si allinea alla grandeur generale Per il 2020, il Dubai International Film Festival, che ha appena festeggiato i dieci anni, promette un’edizione-monstre: «Abbiamo già cominciato a lavorare», annuncia il presidente Abdulhamid Juma, «vogliamo fare della città il punto d’incontro della creatività e della cultura di tutto il mondo».

La Dubai Film Commission incrementa gli investimenti per attrarre i set internazionali: dopo Tom Cruise che in Mission: impossible 4 ha passeggiato sulle pareti d’acciaio e specchi del Burj Khalifa, il presidente Al Sharif si aspetta «che altri grandi film scelgano la nostra zona come location».



IL MADE IN ITALY



E l’Italia come entra nei piani di sviluppo? «Con oltre 6 miliardi di export nel 2013, siamo uno dei principali partner commerciali degli Emirati», spiega l’ambasciatore ad Abu Dhabi, Giorgio Starace. «Nelle infrastrutture le nostre imprese si sono assicurate negli ultimi tre anni commesse per circa 12 miliardi di dollari. Con l’Expo 2020, per cui abbiamo fortemente sostenuto la candidatura di Dubai, si confermerà la crescita dell’export made in Italy in questo Paese».

Ci sono prospettive anche nella cultura: «L’Italia ha appena siglato il primo accordo di cooperazione con gli Emirati», annuncia Alessandra Priante, esperto culturale per la regione del Golfo, «l’Expo 2020 è una grande opportunità per consolidare lo scambio di know-how e aprire nuovi ponti culturali tra i due Paesi».
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