Ricerca, Barbie? Porta le bambine a sottovalutare le proprie potenzialità

Ricerca, Barbie? Porta le bambine a sottovalutare le proprie potenzialità
di Costanza Ignazzi
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Martedì 1 Aprile 2014, 14:28 - Ultimo aggiornamento: 19:35
Una donna al giorno d’oggi pu fare l’astronauta, la scienziata, la poliziotta, la manager o, se proprio vuole, entrare in politica. A meno che da bambina non abbia giocato troppo con le Barbie. Secondo una ricerca del Guardian, la famosa bambola Mattel avrebbe un effetto quantomeno deleterio sulla percezione che le bambine hanno di loro stesse e sulle loro aspirazioni future. Insomma, non c’è da stupirsi se passando troppo tempo con le Barbie la massima ambizione di vostra figlia diventa fare la Velina.



Il Guardian ha lasciato giocare un campione di 37 bambine tra i quattro e i sette anni per qualche minuto, alcune con Barbie e altre con Mr. Potato (modellino di una patata con occhi e baffi, ergo perfettamente “unisex”) per poi intervistarle su quali professioni avrebbero potuto esercitare da grandi e quali di queste, invece, avrebbe potuto fare un maschietto. Risultato: dopo appena 5 minuti con Barbie, le bimbe erano convinte che un maschio potesse fare più mestieri di loro. Quelle che avevano giocato con Mr. Potato, invece, erano certe di poter fare da grandi lo stesso lavoro di qualsiasi uomo.



Che la magrissima biondina conosciuta in tutto il mondo per i suoi innumerevoli vestiti e la sua preferenza per il rosa non fosse proprio un esempio di carriera per le ragazzine, si sapeva. La Mattel è stata ultimamente nell’occhio del ciclone per la copertina di Sports Illustrated, rivista americana famosa per le sue modelle poco vestite, che per i 50 anni ha pubblicato le foto di una Barbie in costume da bagno. L’artista Nickolay Lamm invece ha dato vita alla sua ‘Lammily’, bambola che fa il verso a Barbie ma con le misure reali di una ragazza di 19 anni, per promuovere uno “standard realistico di bellezza”.



Il messaggio trasmesso dalle Barbie, secondo il Guardian, è che donne e ragazze potranno fare quel che vogliono della propria vita ma verranno giudicate sempre in base al proprio corpo. E televisione, cinema, riviste e pubblicità non fanno che peggiorare la situazione, creando giovani donne ossessionate che puntano solo sul fisico e trascurano tutte le altre potenzialità. A parti invertite la stessa cosa vale per i maschi, spesso condannati a giocare con pistole, armi e supereroi di ogni genere e a limitare invece la propria innata sensibilità. La paura di essere etichettati come “femminucce” fa sì che si abituino fin da subito a trattare le ragazze come oggetti, il che impedisce loro di crearsi più tardi una vita affettiva stabile. I genitori, dunque, sono avvertiti: risparmiare su casa di Barbie e fucili vari e puntare su altri tipi di giochi è un investimento per il futuro.