L'università deve «educare al senso critico» anche per «generare persone nuove». Ne è convinto il rettore dell'Università Cattolica del Sacro cuore, Franco Anelli, che ha parlato del ruolo e delle funzioni degli atenei intervenendo al Meeting di Rimini. L'emergenza sanitaria, la premessa del rettore, ci ha messo di fronte a una «carenza di tipo culturale, di tipo epistemologico».
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Università, Anelli (Cattolica): «Educhi al senso critico»
«Dopo aver delegato il potere agli scienziati in una specie di società platonica con il mantra "facciamo quello che dice la scienza" la gente ha cominciato a considerare gli scienziati degli stupidi e incapaci perché si diceva "si contraddicevano". In realtà - ha osservato Anelli - quello è il metodo scientifico: fare delle ipotesi, verificarle o falsificarle. Ma una società non colta non capisce questo fenomeno, questa dinamica, non si fida della conosce altrui. Perché per fidarsi della conoscenza altrui bisogna essere a propria volta portatori di una qualche e diversa conoscenza». Anelli ha ricordato la «funzione formativa ed educativa delle università» che «non sono produttori di conoscenza nuova, di base o applicata, ma sono portatori di conoscenza, generano persone nuove». E allora, ha osservato, oggi occorre, più che mai, «costruire una società con una cultura maggiormente diffusa ed educata» proprio perché tutti riconoscono di essere a cavallo di epoche di grandi cambiamenti.
L'intervento al Meeting di Rimini
«La transizione ecologica e quella digitale sono, a mio avviso, la fine della società industriale come la conosciamo da un pò più di due secoli - ha spiegato il rettore dell'Università Cattolica - la 'pain factory' di Adam Smith sta per non esserci più perché quella società industriale che abbiamo costruito sui combustibili fossili nel tempo dovrà portarci a qualcos'altro».
Il messaggio del rettore
Per Anelli, il tema non è solo quello di avere una società ricca di capitale umano, ma di costruire - per farlo non basta fare discorsi «alti» occorre anche pensare a come formare i giovani - una società «colta», fatta di persone che avvertono una sollecitazione alla responsabilità personale, e che soprattutto capiscano di dover pensare qualcosa di nuovo, di dover essere «creativi», per trovare le risposte a interrogativi ed esigenze nuove, per le quali il passato non offre facili chiavi di lettura. Si tratta di individuare nuovi percorsi e modalità formative, operare scelte complesse tra università «selettive» e «inclusive», predisporre strumenti di formazione continua.