MILANO Ares è un cucciolo di un anno e mezzo. Però è un pitbull, pesa trenta chili e da tre mesi trascorre le sue giornate nell'ufficio della dirigente dell'istituto tecnico Pietri Verri, a Milano. «È affettuoso, giocherellone e certo non vaga per i corridoi. Non lo porterei mai se pensassi che possa fare del male a qualcuno», afferma la preside Susanna Musumeci. Che guida il Verri da dieci anni, assicura che i rapporti interni sono sereni e «ci fossero stati problemi con il cane, che poi è di mio figlio, mi sarei aspettata che qualcuno me ne parlasse subito». Invece è partito un esposto inoltrato a svariate forze dell'ordine.
IN CATTEDRA
La segnalazione è datata 30 gennaio 2024: «Con la presente si intende rappresentare alle Vostre istituzioni che la dirigente scolastica dal mese di aprile 2023 si reca quotidianamente a scuola in compagnia di un pitbull condotto al guinzaglio e sprovvisto di museruola.
«La segue in tutti i suoi spostamenti all'interno del plesso, anche in presenza degli studenti», prosegue la denuncia. Questa situazione avrebbe dovuto essere «temporanea, perché causata dalla positività al Covid della dog sitter ma, dopo quasi un anno, la situazione continua a permanere». Generando timori tra chi lavora al Verri: «Questa segnalazione deriva da una profonda preoccupazione che comportamenti imprevedibili dell'animale possano generare eventi gravi per gli studenti, per il personale e per i docenti». Quando ieri, all'ora di pranzo, è stata informata della denuncia da alcuni amici del figlio, Susanna Musumeci dice di esserci rimasta male: «Nessuno è mai venuto a dirmi di avere paura del cane, di non volerlo a scuola. Dove, peraltro, viene da meno di tre mesi per problemi di gestione familiare». Un'iniziativa che non ha riscosso l'approvazione generale. «Metà del personale entra in presidenza e porta ad Ares biscotti e dolcini. So che ci sono alcuni docenti non amici degli animali oppure impauriti e sono quelli che non entrano nella stanza, bussano alla porta e io esco - racconta la dirigente - Su 150 dipendenti dell'istituto, più o meno so chi viene a trovarlo e chi no. Continuo a ricevere messaggi di solidarietà, di chi si dissocia dall'iniziativa, però qualcuno sarà ben stato. Ora aspetto una comunicazione ufficiale. Io comunque non vedo problemi di incolumità fisica e nemmeno una legge violata».
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La preside rivendica la sua prudenza nella gestione di Ares. «Certo non posso entrare a scuola volando. Però nei corridoi è sempre al guinzaglio, non entra nelle classi, non sale ai piani, non incrocio gli orari di ingresso e uscita degli alunni. In presidenza è libero, non posso incatenarlo dodici ore». E quella foto alla riunione? «È capitato che a un paio di incontri collegiali fosse con me sul palco, a dieci metri dalla platea, legato a un tavolo lungo quindici metri e imbullonato a terra. Immagine tra l'altro scattata durante un collegio docenti e zoomata». Ora si pone la questione della futura presenza di Ares a scuola. Oggi sarà in istituto? «Fino a lunedì resta a casa, ci sono le vacanze di Carnevale. Stiamo cercando una soluzione, ma non penso di doverla trovare in fretta. Per me, che il cane stia in presidenza non è un problema. Anzi, questa vicenda mi spinge a non accelerare la ricerca di una persona di fiducia che lo accudisca, non voglio lasciare intendere di agire in conseguenza dell'esposto».