L'intelligenza artificiale può migliorare la terapia post infarto: lo studio su Lancet

Torino, l'Intelligenza artificiale può migliorare le cure di chi ha avuto un infarto. Lo studio
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 17:49

L'intelligenza artificiale può migliorare la terapia post infarto: lo dimostra uno studio condotto dalla Cardiologia universitaria dell'Ospedale Molinette di Torino, in collaborazione con Università e Politecnico del capoluogo piemontese. Si tratta di un metodo rivoluzionario - che utilizza il cosiddetto "machine learning" - in grado di prevedere la possibilità di un nuovo infarto in un paziente grazie all'acquisizione progressiva dei dati. I risultati della ricerca sono stati pubblicati oggi sulla rivista internazionale Lancet.

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I dati

Stando ai dati clinici di 23 mila pazienti, che sono stati elaborati appunto con l'intelligenza artificiale, lo studio ha innalzato dal 70% al 90% le probabilità di prevedere nei pazienti infartuati recidive o sanguinamenti legati ai farmaci fluidificanti del sangue.

Due rischi che sono altissimi nei primi due anni dopo che si è verificato un infarto miocardico acuto. Lo studio si è avvalso del cosiddetto machine learning, ovvero l'apprendimento automatico dei computer, che sono stati programmati per imparare progressivamente dai dati, migliorando sempre più la capacità di previsione. In questo caso il risultato è stato la creazione di un nuovo sistema di classificazione del rischio futuro nei pazienti infartuati, molto più efficace di quello tradizionale.

Le dichiarazioni

Fabrizio D'Ascenzo, il coordinatore del report ha spiegato che «i pazienti colpiti da infarto, nei primi due anni sono ad altissimo rischio di recidive e di emorragie. La scelta terapeutica deve bilanciare questi due rischi, cosa che il cardiologo fa basandosi sull'esperienza e sull'intuito, aiutato anche da dei punteggi di rischio. Ma tali punteggi sono poco precisi e di modesto aiuto. Noi grazie all'intelligenza artificiale abbiamo migliorato fortemente la precisione dei migliori punteggi disponibili, riducendo le possibilità di una diagnosi non corretta a un solo paziente ogni dieci».

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Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino, ha precisato che il progetto, «di cui l'ospedale Molinette è parte, testimonia la forte partnership tra Università e Azienda ospedaliera, dove ricerca e assistenza si integrano per assicurare ai pazienti la cura migliore». I risultati sono stati accolti positivamente anche dal rettore dell'Università di Torino, Stefano Geuna: «Accogliamo con orgoglio la notizia di questo successo straordinario, che testimonia ancora una volta il valore della nostra ricerca». Infine Guido Saracco, il rettore del Politecnico di Torino, ha concluso: «L'intelligenza artificiale rappresenta un tema chiave dei prossimi anni, sul quale il nostro Ateneo può vantare competenze riconosciute e risultati di estrema rilevanza»

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